Nel testo di denuncia e di speranza, di buio e di luce, sembrano coesistere due anime globali, che si sfidano in una continua tensione volta l’una a distruggere e l’altra a ricostruire

Alessandra Montesanto, docente di Storia del Cinema e Linguaggio dei Mass Media, attraverso un’accurata ricerca cinematografica, conduce il lettore in un particolare viaggio nell’hinterland di alcune megalopoli, ove si perpetuano violenze impunite soprattutto sulle donne e sui minori. Nel contempo però in ogni città, presa in esame nel testo, tra cui anche Roma e Milano, altre e diverse iniziative propendono al recupero ed alla tutela della dignità umana con azioni di riqualificazione urbanistica ed ambientale.

Le città, dove le generazioni si sono giocate e si giocano il futuro, appaiono anche il luogo del malessere e del disagio, dell’orrore e del terrore all’ombra di uno Stato troppo spesso assente o consenziente. L’autrice mediante una sapiente distillazione di dati, desunti dai suoi numerosi viaggi, dalla sua attività di docenza e dal suo ruolo di Vicepresidente di un’associazione che si batte per i diritti umani, offre una filmografia nutrita, che consente di accrescere la consapevolezza di quanto l’ignoranza e la povertà possano essere ancora e sempre la causa di violenze perpetuate contro i più deboli. L’autrice affronta con sguardo obiettivo il problema della discriminazione razziale, sociale, religiosa e sessuale con dati ricavati da associazioni che in tutto il mondo si occupano di sostenere e difendere le vittime.

Il filo rosso della violenza contro le donne e sui bambini attraversa questo viaggio nelle periferie delle megalopoli, i cui particolari superano di gran lunga la fantasia. Tra queste Il Cairo emerge per l’efferatezza con cui le donne subiscono violenze “attraverso la penetrazione della vagina e dell’ano con dita e lame di coltelli. Molte vittime sono fotografate con i cellulari per rappresentare l’estensione del pene. Il Centro Egiziano, che difende le donne, ritiene, le frustrazioni sessuali degli uomini e la povertà, le cause di tali crimini, senza per questo giustificarli.

“In angeli del sole, per la regia di Rudi Legemann, assistiamo alla rappresentazione di fatti reali accaduti a Rio de Janeiro, che tolgono il fiato. Una ragazza soprannominata 50 centavos, la cifra di cinquanta centesimi richiesta per una sua prestazione, si prostituisce nella cittadina di Pernabuco, subendo la penetrazione molte volte al giorno. Maria, il nome della ragazzina di dodici anni, in realtà ancora una bimba, è stata venduta dalla famiglia al mercato della prostituzione. I genitori abbruttiti dalla miseria e illusi che potesse andare incontro ad un futuro migliore, la cedono ad un trafficante che la porta via dalla favela, per rivenderla come regalo di compleanno per il figlio quindicenne di un uomo ricco e potente, che invita l’adolescente a farne quello che vuole, anche a picchiarla”. Quello che sconvolge è sapere che le attrici che hanno girato il film sono state supportate dal sostegno psicologico durante le riprese.

Docente attenta e sensibile alla tutela della persona, depositaria di testimonianze ed esperta di cinema, Alessandra Montesanto, si profila quasi come un catalizzatore culturale, che attraverso il saggio, Visioni periferiche, edito dalla Multimage di Firenze, la casa editrice dei diritti umani, intende diffondere la conoscenza della cruenta realtà che si vive nelle periferie delle più grandi città del mondo.  L’autrice rivolge soprattutto ai giovani l’invito a leggere il testo, proprio perché gli adulti non sono stati in grado di cambiare il modo di pensare e procedere. La storia è stata cattiva maestra per i suoi esempi di violenza perpetuati contro l’essere umano. Cambiare le immagini mentali, che hanno indotto gli uomini a procedere per imitazione del passato ed  invertire la rotta della prevaricazione dell’uomo sull’uomo, come unica strada possibile che garantisca la sopravvivenza sul pianeta, si spera possano diventare gli obiettivi dei giovani, per un futuro mutamento della mentalità.

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