Non è una cura ma una carezza
L’uomo sin dai tempi più lontani ha utilizzato le erbe che trovava in natura per nutrirsi e curarsi e ha anche cercato ed estratto le essenze e gli aromi di diverse piante. Tante le testimonianze rinvenute attraverso miti e leggende, nelle tombe, in antichi scritti, nelle tradizioni dei nostri antenati. Oggi il sentire che apparteneva all’uomo ha ceduto il passo alla ragione e così non siamo più in grado di comprendere (di sentire dentro di noi) cosa ci fa bene e cosa no, non siamo capaci di riconoscere le piante, di ascoltare il vento, di comprendere le maree e tutto ciò che non viene elaborato in industrie specializzate spesso viene ammantato di un alone magico e di ignoranza. Cosa resta di antichi rimedi? È davvero tutto da buttare ciò in cui credevano i nostri antenati? Non c’è forse nelle loro credenze qualcosa di vero? E se c’è, oggi come è stato rivisitato? In modi diversi, ovviamente, come diverse sono le culture di ogni popolo. Vediamo ad esempio gli oli essenziali, quelli puri al 100%, ricavati da quegli elementi preziosissimi che le diverse specie botaniche usano per proteggersi. Queste essenze servono alle piante per sopravvivere, per rafforzarsi, per difendersi dai parassiti e dal sole, per cicatrizzare piccole ferite, per attirare le api e tanto altro. In realtà non sono oli ma sostanze volatili che non si mescolano con l’acqua ma per usarli in vasca da bagno è necessario inglobarle in una manciata di sale grosso o un cucchiaio di aceto e, per altri usi, ad esempio per i massaggi, diluirle in oli vegetali (oli vettore). Fino ad oggi si è parlato di Aromaterapia in quanto, secondo l’antica Scuola Medica Salernitana, per Santa Ildegarda, per René-Maurice Gattefossé, per il medico Jean Valnet, giusto per fare qualche esempio, avevano proprietà curative e su queste basi si sono sviluppati tre filoni, tre scuole: francese, inglese e tedesca. La scuola francese predilige l’uso degli oli essenziali per via orale; la scuola inglese li utilizza quasi esclusivamente diluiti per massaggiare la colonna vertebrale, mani e piedi e quella tedesca per inalazioni e diffusione ambientale. Ognuna di queste scuole ha una sua valenza, l’importante è non improvvisare ma affidarsi a persone competenti: non è un gioco, ogni olio va somministrato con saggezza conoscendo caratteristiche, usi, dosi, controindicazioni ed è necessario rivolgersi al medico curante in caso di patologie in quanto possono interferire con alcuni farmaci. Come per quasi tutte le branche della cosiddetta medicina alternativa, però, non si può parlare di cura, al punto che persino il termine aromaterapia è stato bandito e sostituito da altri termini come ad esempio aromapratica. Ma se può essere giusto in caso di patologie conclamate affidarsi esclusivamente ai medici, tutti coloro che abbracciano uno stile di vita sano, equilibrato, avulso dallo stress, tutti coloro che sono nel flusso possono concedersi (ne hanno tutto il diritto) una coccola, una carezza, e perché no, una carezza a base di oli essenziali, un vero piacere per il corpo-mente-spirito. Non dimentichiamo che l’olfatto è uno dei primi sensi che si sono sviluppati e la parte del cervello che elabora i suoi segnali è una delle più antiche: emozioni, ricordi, eccitazioni, vengono filtrate, memorizzate, riattivate attraverso gli odori. Gli aromi innescano ricordi o desideri che sono in grado di influenzarci in modo sublime e subliminale. Ne siamo sempre e comunque soggetti anche quando non ne siamo consapevoli e allora perché non usarli con intelligenza e trarne vantaggi concreti per una vita più appagante?
Donata de bartolomeis
Naturopata ai sensi della legge 4/2013