News – Questa seconda intervista alla scrittrice Alessia Rizzo è incentrata sul suo recente lavoro “Ultima Fermata”.
D . Qual è l’ispirazione alla base di questa raccolta?
Alla base di questa raccolta c’è sicuramente la voglia di esprimere la mia attitudine a cercare di comprendere gli altri, i loro punti di vista, e le pieghe che la vita può prendere quando non stiamo guardando, o quando meno ce lo aspettiamo.
D. Dove hai raccolto le storie, da quali fonti hai attinto?
Le storie nascono da riflessioni, incontri, input che la vita mi ha dato. Nessuna di esse è completamente basata sulla vita reale, ma tutte prendono vita da un incontro, una chiacchierata, un esercizio di stile che si trasformano in personaggi, racconti, episodi.
D. Le voci che ci parlano dall’aldilà, di quali voci parli? Di chi sono? Cosa dicono e da dove provengono?
Le voci del mio libro “parlano” da tanti posti differenti. Questa frase è riferita in particolare ad uno dei racconti. Ispirandomi ad uno dei miei autori preferiti, Machado de Assis, ho tentato di dare voce a un personaggio che ormai non è più tra noi, perché con il suo punto di vista certamente unico potesse esprimere una visione della vita completamente differente. I racconti sono molto diversi tra loro, ma partono spesso da questo presupposto: com’è la vita, la “storia”, vista da un altro lato?
D. Ti sei misurata con due stili letterari diversi: il primo è un saggio, il secondo uno scritto di narrativa. A quale dei due stili sei più legata? Quale dei due senti più vicino alla tua scrittura? Il lavoro di analisi, ricerca , sintesi, è lo stesso per entrambi ?
Sono estremamente differenti. Il racconto è una mia passione, da sempre sono lettrice di questo genere che per molti è da trascurare. Ma di certo il saggio insegna a dare una forma ai tuoi pensieri che possa essere accettabile, comprensibile da altri, e questo non è mai scontato. L’importanza del tema, del saggio breve, della tesi di laurea nella formazione di chi vuole parlare, esprimersi, è spesso sottovalutata. Per far capire la fantasia, c’è bisogno di saper raccontare la realtà.
D. Chi sono i protagonisti ?
Sono tanti, e sono legata a tutti. Credo molto nella costruzione del personaggio e nella capacità dello scrittore di guidarlo verso una sua autonomia. Sono entità diverse ognuna col compito di guidarci in una situazione, quella del racconto di cui fanno parte, e farci avere un piccolo assaggio di una realtà diversa. Sintetizzarli non rendebbe loro giustizia.
D. Quanto il teatro incide sui tuoi scritti ?
Tanto, sulla tecnica. Ho studiato improvvisazione teatrale, ed imparare a rendere fruibile ad altri la tua idea, così che non sia solo un viaggio nella tua mente ma una storia da raccontare, è stato prezioso. Diamo troppo per scontato il sapere esprimerci.
D. Chi è Alessia ?
Domanda complessa, e mi piace così. Ho vissuto in tanti posti (Napoli, Genova, Roma) e avuto tante esperienze, non mi tiro mai indietro, per così dire. Non so se, in realtà, voglio trovarla, me stessa: mi toglierebbe il gusto di cercarla. Sono una persona fortunata. Comunicatrice, formatrice, scrittrice e certamente mamma. Poi chissà.
D. Quanto c’è di Alessia nei tuoi scritti?
Indubbiamente molto, e anche volutamente. Non mi sono mai tirata indietro nell’esprimere le mie idee, e in Ultima Fermata i temi che tratto – dall’omofobia alla violenza psicologica e non, passando per la non standardizzazione della normalità e l’attenzione al punto di vista altrui – parlano per me.
D. Mi sembra di capire che il primo lavoro è principalmente di ricerca, e nasce anche dalla formazione del tuo iter di studi. Il secondo lavoro si potrebbe definire più autentico ?
Il secondo libro è la mia voce, il primo è l’espressione del mio lavoro. Non parlerei di autenticità, ma è certo che mi si “conosce” meglio a leggere Ultima Fermata che Superstizioni e Prospettive. E questo fa anche un po’ più paura.
D. Lavori più di fantasia e creazione o di ricerca e studi ?
Sicuramente più di creazione, ma ho imparato ad ancorare bene il mio pensiero al terra, se voglio che spicchi il volo nella giusta direzione.