Quale miglior modo per raccontare la musica, se non intervistando i suoi principali attori in 5 domande.
Questa “rubrica nella rubrica” oggi farà tappa nel cuore di Napoli per conoscere Tommaso Primo e la sua “ Favola Nera “.
Tommaso chi sei, parlaci di te?
Mah, parlare di se stessi in prima persona è una delle cose più difficili.
Posso dirti che sono nostalgico e sognatore, grande appassionato di cose inusuali.
Scelgo i bar più improbabili per fare aperitivo, preferisco il latte agli Spritz, guardo tanti Anime e ho sempre un libro da leggere sul comodino.
Non amo la musica mainstream, preferisco la genuinità alle luci che incantano, le chitarre al quattro quarti della musica digitale odierna.
Sono un estremo difensore di chi resta umano, con il proprio percorso e i propri errori, in una società che ci vuole simili ad automi.
Come è iniziata la tua passione per la musica/canto?
La musica non è per me una passione, è una necessità.
Scrivo canzoni per mostrare agli altri un pezzettino della mia anima, il mio punto di vista.
A volte le manco di rispetto, ma lei è una forza superiore, una forza che trascende le regole terrene, viene sempre in mio aiuto.
Quale è stato il tuo percorso e quali avvenimenti importanti ci vuoi raccontare?
Ho iniziato che ero un ragazzino, sempre con la stessa mentalità di andare in direzione ostinata e contraria.
Mi piaceva la musica del passato, il Sud America, l’Africa.
Qualche addetto ai lavori mi dava per spacciato. Oggi che ho qualche anno in più, vivo di musica, ho un pubblico meraviglioso che mi sostiene sempre e a cui do tutto me stesso. Cerco di essere fedele alla gente che mi ha scelto, quando non avrò più nulla da dire, scenderò dal palco.
Progetti futuri?
Tantissimi!!! Ma preferisco non anticipare ancora nulla.
Quanto ha influito nella tua musica Napoli in tutti i suoi aspetti culturali, sociali e musicali?
Nella mia musica totalmente. Napoli è una delle più grandi capitali musicali al mondo.
Canta da quando era un cumulo di decumani e ogni quartiere ha la sua anima spirituale.
A volte credo che attraverso la musica, Napoli parli con noi. E’ pur sempre una sirena.