Tra l’arsenale messo a disposizione di operatori sanitari e pazienti per combattere il cancro, ci sono trattamenti che attaccano direttamente alcune caratteristiche delle cellule tumorali per contrastarne la crescita o la diffusione: le terapie mirate.
Salute – Con l’avanzare della ricerca, le conoscenze sui cambiamenti del DNA e sulle proteine cancerogene si stanno evolvendo. E così le cure a loro volta avanzano come nel caso delle terapie mirate.
Come funziona ?
Il termine dice tutto “terapia mirata”. Queste terapie mirano specificamente a un’anomalia nella cellula tumorale per bloccarne la crescita e/o la diffusione. Come spiega l’Institut Curie, “si basano sul profilo molecolare del tumore e non più sulla sua localizzazione. La stessa terapia può funzionare per tumori su organi diversi, se portano la stessa particolarità molecolare”. Per identificare i pazienti che possono trarre beneficio da terapie mirate, esistono test effettuati in laboratorio, che mirano a evidenziare le anomalie cellulari.
Ci sono quasi cinquanta terapie mirate per 19 tipi di cancro. Sono somministrati per via orale o attraverso infusione endovenosa. Sono divisi in diverse famiglie: gli anticorpi, che attaccano un bersaglio specifico sulla superficie della cellula, e gli inibitori che invece hanno il compito di entrare all’interno della cellula per bloccare uno stadio della riproduzione.
Da lì, sono attesi diversi risultati. La crescita cellulare può rallentare, diventa visibile al sistema immunitario, provocando una risposta immunitaria importante ed efficace.
Effetti collaterali?
Come sottolinea la Foundation for Cancer Research, “ queste terapie sono generalmente meglio tollerate rispetto alle chemioterapie convenzionali che distruggono tutte le cellule del corpo e portano, ad esempio, alla caduta dei capelli. Tuttavia, non sono esenti da effetti avversi (disturbi gastrointestinali, problemi cutanei, problemi metabolici) che possono, nei casi più gravi, portare all’interruzione del trattamento. »