È risaputo, moda e arte da sempre viaggiano di pari passo. Un rapporto che nasce con le

Avanguardie del Novecento e, che ancora oggi si rivela un connubio fondamentale.

Uno dei rapporti più significativi ed emblematici della storia dell’arte e della moda è la

collaborazione tra la stilista Elsa Schiaparelli e il pittore surrealista Salvator Dalì.

Elsa Schiaparelli nasce nel 1890 a Roma, discendente da una famiglia di nobili, si avvicina

agli studi di filosofia ma ben presto se ne discosta in quanto il suo sogno era quello di

diventare un’attrice. Donna ribelle, eccentrica e rivoluzionaria abbandona ogni canone

imposto dalla sua famiglia e dalla società del tempo, intraprendendo molteplici viaggi che le

permettono di entrare in contatto con le figure più rilevanti del mondo dell’arte e della moda.

Dopo un primo soggiorno a Londra, va a New York dove diventa amica della moglie del

pittore dadaista Francis Picabia, grazie alla quale, entra in rapporto con

i pittorid’avanguardia del tempo.

Dopo essersi trasferita a Parigi, conosce lo stilista Paul Poiret,

rimanendo affascinata dalla moda, dagli abiti e dallo stile; fu lo stesso stilista che vide nella

giovane couture un potenziale di altri tempi. Il successo la raggiunge immediatamente, il

suo stile è d’avanguardia, surrealista, atto alla creazione di una moda nuova, fuori dagli

schemi, le sue creazioni non sono solo abiti, ma provocazioni in tessuto e gioielli, aiutando

le donne a sperimentare con la propria immagine, in contrasto con lo stile chic e naif della

sua contemporanea e rivale francese Coco Chanel. Parigi diviene la città dove raggiunge

l’apice del successo, aprendo nel 1927 il suo primo atelier in Rue de la Paix.

Il suo animo creativo e irriverente si distingue fin da subito anche per la scelta di nuovi

materiali e, la creazione che ancora oggi è di tendenza è l’invenzione del ‘’rosa Shocking’’

un colore forte, puro, estroso, scandaloso e simbolo di femminilità; tutto ciò le permette di

diventare la prima stilista donna ad essere posta in prima pagina sulla copertina della rivista

Time.

A Parigi frequenta salotti e diviene sempre più intima con poeti e artisti, tra cui Tristan Tzara

Jean Cocteau e dulcis in fundo nel 1935, con il pittore Salvator Dalì.

Quando avviene l’incontro tra queste due figure eccentriche, si trovano entrambi nel pieno

della loro carriera, consolidati ed ormai affermati, Elsa è come incantata dalla forza seduttiva

e singolare del pittore; insieme danno vita ad abiti leggendari, come l’abito aragosta,

indossato per la prima volta da Wallis Simpson futura duchessa di Windsor, prediligendo

l’abito durante la sua luna di miele con il principe Edoardo.

Tra le numerose creazioni, vi ritroviamo anche la scarpa cappello, l’abito scheletro in Crepe

nero che venne arricchito da preziosi accessori che riproducevano la colonna vertebrale,

ispirato dai bozzetti e dai disegni del pittore e il profumo Le Roy Soleil. Esplosivi, audaci,

anticonformisti ma soprattutto portatori di novità, se l’intenzione era quella di far parlare di

sé negli anni 30 del novecento, hanno fatto molto di più, hanno dato inizio ad un nuovo modo

di concepire la moda.

La Maison venne chiusa nel 1954 e rilanciata nel 2006 ancora oggi infrange gli schemi

dell’alta moda del XXI secolo, esplodendo a livello mondiale mediante la creazione di abiti

che mantengono a pieno la risonanza di essere concepiti come opere d’arte. Le creazioni

Schiap. (come amava essere chiamata) illuminano continuamente le passerelle più

importanti della moda a livello internazionale, vestendo le più grandi celebrità dei nostri

tempi.

Articolo pubblicato da: Fortuna Addivinola

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