Nel corso dell’ultima Assemblea Costituente si è deciso per il restyling totale per il Movimento 5 Stelle.
Politica e dintorni – Pantha rei, la massima propria del filosofo greco Eraclito si dimostra attuale come non mai, e l’ultima riforma attuata allo Statuto del Movimento 5 Stelle ne rappresenta la dimostrazione più lampante.
La modifica attuata in assemblea il 24 novembre, sono state accolte le varie proposte chi di fatto sanciscono la fine con la vecchia linea del Movimento creato dal comico Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ed è proprio Grillo colui che ne fa le spese, in quanto viene eliminata la storica figura del garante, posto ricoperto proprio da Beppe Grillo che si vede estromesso dalla futura vita politica della sua creatura.
A passare i quesiti proposti che di fatto smontano l’intelaiatura originaria del Movimento, ovvero superamento del limite di due mandati per i propri candidati, la deroga alla candidatura di sindaco e di Presidente della Regione, inoltre si stabilisce il sì alle alleanze, ma solo con un preciso programma politico, tutto ciò rappresenta una rottura totale con oltre 10 anni di battaglie da parte dei propri militanti, che con molta probabilità decideranno di abbandonare Conte e soci.
I grillini, come amavano farsi chiamare all’inizio della loro avventura da sempre si sono rivelati molto divisivi tra ammiratori e critici, i primi giustificavano le prese di posizione del movimento come una sorta di provocazione verso un sistema marcio e corrotto che aveva portato l’Italia alla situazione critica in cui versa attualmente, a parere dei critici invece i seguaci della nuova compagine apparivano come una armata Brancaleone incapace di poter governare ed amministrare le varie istituzioni nelle quali i loro componenti andavano a candidarsi.
Dopo un inizio in sordina e una crescita esponenziale di iscritti e votanti, il MoVimento 5 stelle vince le elezioni nel 2018 e governa ininterrottamente prima insieme alla Lega guidata da Matteo Salvini, e poi con il PD targato Zingaretti, durante questi cinque anni Giuseppe Conte ha dovuto gestire emergenze come quella del Covid, durante la quale ha dovuto prendere provvedimenti drastici e spesso impopolari, molti dei quali non rispecchiavano l’ideologia originaria del Movimento, su tutte quella sui vaccini e sull’obbligo di i vaccinazione per contenere appunto la diffusione del virus.
Il restyling totale per il Movimento 5 Stelle avvenuto con l’approvazione del nuovo statuto del 24 novembre si può parlare di una sorta di svolta di Fiuggi pentastellata, ovvero storica riunione in cui Gianfranco Fini fa cessare l’esperienza politica del Movimento sociale per fondare Alleanza Nazionale, ponendo di fatto una pietra tombale con il passato della Destra italiana.