La parola bisogno implica il concetto di mancanza e compensazione. Un gioco di vuoti e pieni che si perpetua nell’esistenza umana, con risultati non sempre rispettosi della persona. Le fiabe stesse si basano sull’assenza di cibo o di protezione: Hansel e Gretel, Biancaneve, Cenerentola etc.

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Pane degli angeli.

Pan di zucchero.

Non è zuppa è pan bagnato.

La rivolta del pane (A. Manzoni).

Pane burro e marmellata.

Il dio Pan.

Pane per la mente.

Pane, profumo della mensa gioia del focolare.

Pane del boia.

Pan di Spagna, Panforte, Pane di Genova.

Spezzò il pane, lo benedisse, lo diede ai suoi discepoli.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

La parola pane ricorre molte volte nel nostro linguaggio a dimostrazione che simbolicamente rappresenta l’essenzialità dei bisogni dell’uomo a livello nutrizionale, cerebrale e spirituale.

Tutto il resto è superfluo. Quali i veri bisogni dell’uomo? Il cibo per il corpo, le relazioni e la conoscenza per la mente e l’amore per lo spirito.

L’umanità ha bisogno di queste componenti essenziali. L’uomo stesso è costituito da tre dimensioni: corpo mente e spirito. Tutte le dimensioni vanno alimentate, perché una persona sia integrata.

La parola bisogno implica il concetto di mancanza e compensazione. Un gioco di vuoti e pieni che si perpetua nell’esistenza umana, con risultati non sempre rispettosi della persona. Le fiabe stesse si basano sull’assenza di cibo o di protezione: Hansel e Gretel, Biancaneve, Cenerentola etc.

Lo sviluppo dovrebbe essere finalizzato a garantire, ad assicurare per ciascun essere umano la soddisfazione dei bisogni prioritari che ne tutelino la dignità innanzitutto.

Tuttavia, nonostante la lotta per l’affermazione dei diritti umani sia stata condotta sempre, assistiamo purtroppo oggi, soprattutto in alcune culture,   all’avanzata di un’onda anomala di violenze e soprusi, che fanno scempio dell’essere umano.

Ma per cosa vale la pena lottare?

L’essere umano è l’unico a nascere ignudo e indifeso. Gli altri esseri viventi sono parzialmente o totalmente autonomi al momento in cui sono generati. I bisogni reali dell’uomo sono legati alle tre dimensioni che lo connotano: la dimensione corporea, quella mentale e infine quella psichica.

Le tre sfere si integrano e l’una può condizionare le altre. Il moto dinamico che caratterizza le tre dimensioni è ascensionale. I bisogni corporei sono strettamente legati alla sopravvivenza fisica e riguardano il cibo, l’igiene, i bisogni fisiologici e la dimora, noti anche come bisogni primari.

I bisogni mentali vengono colmati solo se quelli primari sono soddisfatti. I bisogni mentali si nutrono attraverso la conoscenza e gli stimoli ambientali, che vanno a sollecitare poi l’evoluzione dell’intelligenza che ha consentito all’essere umano di adattarsi all’ambiente e di conseguenza a modificare l’habitat in base alle sue esigenze.

Infine i bisogni psichici derivano dalle relazioni di cui l’uomo ha bisogno. La natura delle relazioni determina l’armonia o la disarmonia psico affettiva dell’essere umano. L’amore quindi si delinea come nutriente delle relazioni affettive.

Ora è chiara la deduzione in base alla quale è necessario condurre una lotta triplice per garantire a tutti gli esseri umani il sostentamento fisico in primis, un habitat dignitoso, l’istruzione e l’accudimento che possano essere da fondamento a relazioni umane rispettose della persona.

La denutrizione e l’ipernutrizione, la protezione e l’iperprotezione genitoriale, la povertà culturale o le aspettative pressanti delle figure educative, la carenza affettiva o le eccessive attenzioni rivolte ai soggetti in età evolutiva possono determinare alterazioni patologiche a volte irreversibili.

Pertanto sarebbe necessario favorire un’educazione alla formazione umana, al rispetto di sé e del proprio corpo, non prettamente in senso estetico, bensì di benessere psicofisico. Il rispetto dell’altro sarà una conseguenza di tale processo che in sintesi il Cristo ha coniato nell’espressione ” Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Il rispetto per se stessi parte dal rispetto del proprio corpo, quale entità biologica perfetta, che ci consente di fare esperienza del mondo e della propria entità energetico spirituale. A tale riguardo Mario Rodriguez Cobos al secolo Silo, filosofo argentino, seguace di Gandhi, fondatore della nonviolenza, ha composto una raccolta di racconti sul potere delle immagini, una sorta di esperienze guidate, usufruibili sul sito del Movimento Umanista, tra cui quello intitolato La protettrice della vita, dedicato appunto al valore del corpo, sovente oggetto di violenza da parte nostra e da parte di altri.

La componente materiale dell’essere umano è la base in cui insistono e convivono le altre due : quella mentale e quella spirituale. La loro interazione armoniosa non può prescindere dal rispetto e dall’equilibrio all’interno della nostra tridimensionalità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *