Napoli. Capolista Anche Dello Street Art. Napoli città d’arte e di cultura, Napoli città magica.
Costellata di graffiti, murales, stencil e poster realizzati da alcuni dei maggiori street artist al mondo, Napoli può essere considerata capitale anche dell’Arte di Strada.
Dal centro storico ai quartieri periferici, i murales non solo colorano i quartieri della città, ma rappresentano anche una grande attrattiva turistica e spesso sono pregne di significati e simbolismi. L’arte urbana in città, infatti, fonde antico e moderno, sacro e profano e si rivolge a quelli che sono i punti di riferimento di un popolo dalle mille tradizioni, come la religione e lo sport, senza disegnare l’impegno politico e sociale.
Quando si parla di street art a Napoli i primi nomi che vengono in mente sono Banksy e Jorit, ma non sono gli unici artisti che hanno contribuito a rendere Napoli una delle città più attente all’espressione artistica di strada.
Non solo Banksy, dunque, con la sua famosa “Madonna con la Pistola” e il “San Gennaro” di Jorit, ma anche tanti altri capolavori, che si estendono dal centro storico fino al Vomero, da Ponticelli alla zona Ospedaliera, ad opera di artisti come Roxy in the box, Ciop&Kaf, Bosoletti e Exit Enter.
Grazie a questa arte, la città riesce ad acquisire una nuova attrattiva turistica, che fa riferimento a tematiche sociali, politiche, storiche, ma anche artistiche e religiose.
Ma è con i due murales dedicati a Maradona che voglio concludere questo omaggio alla città partenopea, dove ho vissuto per sette anni.
Il Maradona dei Quartieri Spagnoli e il Maradona di San Giovanni a Teduccio. Due maestose e gloriose opere d’arte en plein air.
Il primo murales dedicato a Diego Armando Maradona fu realizzato dallo street artist Mario Filardi nel 1990, in occasione della vittoria del secondo scudetto del Napoli grazie anche alle prodezze del pibe de oro.
Il murales si trova nei Quartieri Spagnoli in Via Emanuele de Deo al n. 60 su un palazzo di 6 piani. Fu realizzato da Mario Filardi, giovane artista che allora abitava nella zona e aveva 23 anni, grazie a una colletta organizzata dai tifosi del quartiere. Filardi realizzò il grande ritratto di Maradona in due notti e tre giorni e, a disegno finito, fu organizzata una grande festa con gli immancabili fuochi d’artificio. Nel tempo il murale, realizzato con semplici vernici, iniziò a sbiadirsi e nel 1998, nel punto del muro dov’era la testa di Diego, fu aperta anche una finestra. Fu un artigiano del luogo, Salvatore Iodice, nel 2016 che si prese l’incarico di restaurarlo. Un ulteriore rifacimento fu compiuto a ottobre del 2017, quando il grande street artist argentino Francisco Bosoletti, a Napoli per altre opere, rifece di nuovo il volto del murale di Maradona.
Sono tante le storie che si narrano qui in via de Deo, oggi strada tutt’altro che sconosciuta, moltissime risalgono proprio alla sera del 25 novembre 2020, quando si diffuse la triste notizia della morte di Maradona. Come per incanto quel murales sembrò prendere vita, corpo e anima. Proprio, qui spesso a notte fonda, quando la città sembra prendere sonno, vengono a raccolta giocatori di fama mondiale e allenatori da ogni parte del mondo, in cerca di concentrazione. Oggi purtroppo il giovane autore del murales, Mario Filardi, non c’è più (è scomparso nel 2010 a Zurigo in circostanze ancora da chiarire) e non poteva certo immaginare quanta importanza avrebbe raggiunto la sua opera. Lo ricordiamo e ringraziamo con vivo e profondissimo affetto.
Il secondo murales, il Maradona di San Giovanni è opera di Jorit Agoch, il bravo artista napoletano con origini olandesi, che lo realizzò nel 2017 sui muri delle case popolari di via Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio. L’opera fu autofinanziata da Jorit ma completata grazie anche a fondi donati dall’allora capitano del Napoli Marek Hamsik e da associazioni che operano sul territorio come la Inward. Un’opera maestosa e splendida, un Maradona rappresentato con una folta barba e uno sguardo deciso e severo tratto da una foto di quando allenava la nazionale argentina. Un grande Murale che appena terminato ebbe subito una grande rilevanza mondiale e fu pubblicata anche sul popolare quotidiano inglese “The Guardian”. Lo stesso Diego Armando Maradona rimase colpito dal lavoro di Jorit al punto di pubblicare le foto del maxi murale sul proprio profilo Facebook con questa dedica: «Grazie Jorit! Grazie Napoli! Noi siamo una Tribù Umana! I segni rossi sul viso simboleggiano questo concetto».
Oggi Napoli festeggia un grande traguardo che ha suggellato ancora una volta la magia di questa città, la sua anima eclettica, poliedrica e cosmopolita. Città d’Arte, di storia, di cultura, di tradizione religiosa e pagana, Napoli vive una nuova stagione di rilancio, anche turistica.
Oggi il Napoli è Campione d’Italia con cinque giornate d’anticipo e 33 anni dopo l’ultimo scudetto. Dal Maradona al centro della città fino a Buenos Aires e Madrid, da New York all’Australia, i tifosi azzurri festeggiano in tutto il mondo!