Pscicologia – Come primo articolo voglio proporre un argomento che è stato ed è tuttora oggetto di discussione in ambito relazionale e sul quale relazionai per l’università del tempo libero: le relazioni di coppia durante la pandemia.
Partendo dal presupposto che la capacità di accettazione ed adattamento al cambiamento ha tempi soggettivi e sicuramene non “standard”, va da sé che trovarsi forzatamente a dover condividere l’intera giornata con il partner possa creare dei disagi. Nella “normalità” (lasciatemi passare il termine), della quotidianità ognuno di noi ha un’organizzazione di vita basata anche su delle abitudini legate al tempo ed alle esigenze logistiche, ma soprattutto sullo spazio individuale ove l’assenza dell’altro è un dato di fatto: alcune cose infatti non sono condivisibili con il partner come ad esempio per alcuni il lavoro, per altri lo sport, per altri ancora gli interessi fino alla pausa pranzo ecc. tali situazioni rendono l’assenza dell’altro un elemento chiave per poi potersi raccontare, condividendo le esperienze, gli accadimenti della giornata e le emozioni che l’altro non ha vissuto con noi. Tutto questo viene a mancare quando subentrano: un utilizzo forzato del tempo insieme, la condivisione costretta di uno spazio limitato e la presenza costante che, anch’essa costretta, apre la porta ad una sorta di ansia da condivisione dove lo stress fa da padrone di casa e l’intolleranza cresce fino, tal volta ai limiti della sopportazione. A questo punto anche la comunicazione cambia e lo fa in modo significativo sotto tutti gli aspetti: verbale, non verbale e paraverbale portando spesso la coppia al conflitto. In particolar modo è importante tener presente la differenza tra contenuto e relazione, cioè cosa si dice e come lo si dice: la funzione del “cosa” è chiara, mentre il “come” definisce la relazione in quanto esplicita le dinamiche duali. Per esempio, se per economia verbale o perchè seccati si dice al partner “dammi il bicchiere” sembra che chi pronuncia la frase eserciti dominio sul ricevente, mentre se invece lo stesso contenuto ( cioè dammi il bicchiere) viene espresso con modalità differenti, come ad esempio “per favore avvicinami il bicchiere’ cambia anche la percezione ed il vissuto del ricevente che si vedrà in una relazione di collaborazione e non di sottomissione. Alla stessa maniera, modalità che comunicano una mancanza di accettazione o scarsa stima e che quindi conseguentemente producono resistenze, atteggiamenti di sfida, sensi di colpa sono: il dirigere ( fai così), l’ammonire (hai sbagliato tutto), il giudicare ( non sei capace), il moraleggiare ( questa cosa non si fa ) ecc. immagino sia capitato a qualcuno di voi di essere intenti a fare qualcosa ed avere accanto il partner che vi fissa e, senza aiutare in modo concreto e produttivo, criticando il vostro operato, vi dica gratuitamente la sua su cosa fare e come farlo.
Per mantenere un sano equilibrio ed evitare forti conflitti, è quindi necessario che, in primis, la comunicazione sia efficace e che sia basata sull’ascolto empatico al fine di valorizzare l’altro e smorzare inutili tensioni: ovviamente non è sempre facile, specie in situazione di stress, ma saper comunicare rappresenta una modalità di gestione del cambiamento, perché dietro le resistenze che suscita il cambiamento stesso, spesso c’è un bisogno di sicurezza e/o di affermazione insoddisfatto. Per il medesimo scopo, altra cosa importante è comunque ritagliarsi dei momenti per stare con se stessi, come leggere un libro o dedicarsi ad un hobby senza sentirsi in dovere di condividerlo on il partner affinchè possa essere desiderato e valorizzato anche il tempo che si trascorre insieme. In famiglia è bene coinvolgere i bambini sia in attività da svolgere insieme ad entrambi i genitori, sia in attività da fare con uno dei due genitori, sia lasciare loro del tempo e dello spazio da gestire autonomamente