Le dichiarazioni di Salvini sulle elezioni in Russia dovrebbero far ricordare che misurare le parole in determinate circostanze è importante
Politica e dintorni – “Quando un popolo vota ha sempre ragione”, con queste parole l’attuale Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché Vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini, commenta l’esito delle elezioni presidenziali tenutesi in Russia, elezioni che hanno visto la riconferma al Cremlino dell’attuale inquilino Vladimir Putin.
La partecipazione alla vita politica e l’esercizio del diritto di voto rappresentano la cartina di tornasole per valutare il valore di un popolo, peccato che quando entrambi i concetti se condizionati da elementi dannosi per la libertà individuale e collettiva, i risultati non possono che essere falsati.
Ovvio che l’allegoria della cartina da tornasole abbia attinenza con le modalità di svolgimento del voto nell’attuale Russia, modalità che più che una democrazia fanno sembrare i decenni passati sotto la dittatura sovietica come un dolce ricordo piuttosto che una dittatura in grado di stringere nella propria morsi decine di milioni di persone nell’Est Europa.
Soldati armati ed incappucciati che entrano nelle cabine elettorali per controllare i cittadini, meccanismi di premio per chi si reca alle sezione elettorali per esprimere la preferenza, e tante altre regalie che nemmeno molti amministratori del nostro bel paese avrebbero saputo inventarsi, tutti questi fattori messi insieme hanno fatto si che l’attuale Presidente Russo Vladimir Putin venisse rieletto per il quinto mandato consecutivo.
A contribuire alla riconferma di Putin sono stati anche i risultati ottenuti nelle regioni dell’Ucraina illegittimamente, territori occupati dall’inizio della guerra nel 2022, risultati chiaramente farlocchi viste le condizioni in cui i cittadini della Crimea e del Donbass sono stati costretti ad esprimere la propria preferenza.
Matteo Salvini per queste dichiarazioni è stato richiamato da elementi di spicco della stessa maggioranza di cui fa parte, in particolar modo da Giorgia Meloni ed Antonio Tajani, che hanno ricordato all’ex Ministro degli esteri quanto fossero poco attendibili i suddetti risultati, il buon Matteo dovrebbe ricordare che in determinati casi misurare le parole è importante per non incorrere in veri e propri precedenti sconvenienti visti i tempi che corrono.