Quale miglior modo per raccontare la musica, se non intervistando i suoi principali attori in 5 domande.
Questa “rubrica nella rubrica” torna ad Avellino per conoscere e raccontare Marco Laurenza, chitarrista jazzista, interprete e compositore.
- Marco chi sei, parlaci di te?
Sono Marco Laurenza nato a Teano (CE) il 16 agosto 1976, sono principalmente un chitarrista jazz ma suono anche altri generi come pop, funk e blues; svolgo un’intensa attivita’ concertistica e didattica da circa un trentennio.
- Come è iniziata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è iniziata da bambino, ho sempre voluto suonare la chitarra, poi finalmente all’età di 9 anni ho iniziato a prendere lezioni da un maestro di chitarra classica in un’accademia del mio paese e, col tempo, mi sono impegnato a suonare con qualche amico piu’ grande e più bravo di me.
- Quale è stato il tuo percorso e quali avvenimenti importanti ci vuoi raccontare?
Dopo il primo approccio con la chitarra classica, intorno ai 14/15 anni ho intrapreso lo studio della chitarra moderna per poi accedere nel 1995 ai corsi della storica “Università della Musica”, scuola romana di alto perfezionamento jazzistico, dove sono cresciuto musicalmente per 5 anni, studiando con maestri quali Umberto Fiorentino, Fabio Zeppetella, Massimo Moriconi, Andrea Avena, Gianfranco Gullotto, Massimiliano Rosati e tanti altri.
Nel 2009 ho completato il mio percorso di studi conseguendo la laurea magistrale nel “Corso di Jazz” presso il Conservatorio di Musica di Benevento.
Intorno ai 20 anni sono iniziate le prime interessanti collaborazioni: inizialmente con Bobby Solo, dal 1999 al 2002 con Adriano Pappalardo, nel 2003 con Donatella Milani e dal 2005 al 2013 con Rita Forte.
Dal punto di vista didattico, sin dal 1995 mi occupo di formare nuove leve, sia privatamente che presso centri accreditati; dal 2002 insegno presso la “Civica Accademia Musicale Arturo Toscanini “ di Caserta, “Nuova Accademia Toscanini” dal 2018, dove tengo corsi di chitarra moderna, armonia e arrangiamento, laboratori di musica d’insieme jazz e multi stilistici (blues, funk, rock, pop, fusion).
- Progetti futuri?
Ho un mio trio stabile con Leonardo De Lorenzo alla batteria e Lello Somma al basso con cui eseguo mie composizioni e non solo, contemporaneamente mi esibisco in varie formazioni jazzistiche con altri importanti musicisti del panorama jazzistico nazionale; a breve uscirà il mio metodo didattico sulla chitarra moderna e inoltre collaboro con la liuteria Maple HandMade di Enzo Pascariello per la realizzazione di strumenti di alta liuteria.
- Il jazz è un repertorio che spesso viene relegato a festival e realtà ben distanti dai live club o “locali” che propone musica dal vivo. Ma come e quanto è cambiato l’approccio del pubblico ad un repertorio jazzistico negli anni?
A dire il vero negli ultimi anni le persone si sono avvicinate molto al Jazz, anche nei club fortunatamente, c’è comunque ancora molto da fare in questo senso poiché non essendo sostanzialmente una musica da intrattenimento, bisognerebbe incoraggiare quelle attività che cercano di promuoverlo.
A tal proposito vi invito tutti a partecipare alle Jam session che organizzo al Mantovanellilive di Caserta tutti i giovedì sera, dove i musicisti presenti possono esibirsi in performance in ensemble jazz, pop e blues.