La capacità di indirizzare la propria esistenza dipende dunque da tale consapevolezza.

Le immagini esterne ed interne costituiscono gli input che spingono l’uomo verso il fare.

L’essere umano dirige i suoi passi, fondendo ciò che gli arriva dall’esterno, attraverso la vista, con le immagini interne prodotte dal cervello.

Tutte le azioni umane derivano da questo connubio, combinandosi e moltiplicandosi, come le tessere luminose e colorate in un caleidoscopio.

Le azioni si distinguono in meccaniche e consapevoli.

Quelle meccaniche guidano e supportano il quotidiano, per garantire all’essere umano una dignitosa sopravvivenza materiale.

Le azioni consapevoli sono forse sono le più importanti, perché sono sottoposte alla volontà cosciente, ovvero alla direzione che l’individuo vuole dare o imprimere alla sua realtà.

Sarebbe quindi auspicabile che la persona diventi sempre più consapevole della sua capacità di “immaginare la propria vita”.

Molto spesso si vive la vita con passività, credendo che essa sia una forza energetica superiore alla volontà umana.

Se invece si riesce ad acquisire maggiore consapevolezza del nostro essere soggetti attivi della realtà, sarà possibile poi indirizzare la propria volontà verso immagini progettuali, ovvero verso la realizzazione del nostro sentire più profondo.

A questo punto ricordiamo la trilogia della felicità indicata da Mario Rodriguez Cobos, al secolo Silo, seguace di Gandhi , padre della nonviolenza e fondatore del Movimento Umanista, sentire, pensare, agire nella stessa direzione, che lui stesso ha sperimentato attraverso i suoi studi filosofici, regalandoci la strada da seguire per vivere una vita consapevole e piena. L’infelicità deriva per Silo dall’incoerenza tra il proprio sentire più profondo, la riflessione razionale e l’azione conseguente. Dalla trilogia della felicità consegue una grande energia positiva e produttiva, capace di innescare un grande senso di soddisfazione e gratificazione. La frustrazione genera al contrario infelicità che deriva dalla contraddizione tra ciò che sentiamo, ciò che pensiamo al riguardo e l’azione che poniamo in essere.

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