Al via l’esame di Stato 2023, a fronte di una promozione scontata se non regalata la maturità deve cambiare
Politica e dintorni – Giugno 2023, le aule scolastiche tornano a riempirsi per un evento considerato speciale dagli studenti, evento che è stato di ispirazione per cantanti come Antonello Venditti o registi, il cui esempio più famoso è sicuramente Notte prima degli esami diretto da Fausto Brizzi.
Al di fuori dal lato artistico l’esperienza e l’attesa della maturità raccoglie stati d’animo differenti tra gli scolari: per molti è un incubo, per altri è una sfida, c’è chi lo considera una liberazione da un percorso mal gradito e per una piccola parte invece è un evento triste perché con esso si chiude l’adolescenza.
Molte di queste preoccupazioni si dimostrano infondate visto che la quasi totalità degli studenti viene promossa, spesso anche senza merito, di qui si apre il dibattito sull’utilità di questa prova, e sull’opportunità di dover stravolgere radicalmente criteri di ammissione e di promozione, la percentuale di promozione superiore al 99% raccoglie molte critiche da intellettuali ed esperti del settore.
Lo psichiatra e divulgatore Paolo Crepet parla di sostituzione della meritocrazia a favore della mediocrità, specificando che quando si promuovono tutti indistintamente avviene il fallimento della scuola, mettendo sullo stesso piano preparati ed impreparati finendo col favorire i secondi, risultato di tutto ciò è un livellamento verso il basso dell’istruzione pubblica.
Da tutto ciò scaturiscono gravi conseguenze per gli studenti stessi, i quali una volta conseguito il titolo di studio penseranno che il resto della loro vita sarà altrettanto semplice ed accomodante, per poi trovarsi spiazzati dalle difficoltà che incontreranno, a partire dall’Università dove verranno catapultati in una realtà in cui molte volte il massimo sforzo non sarà sufficiente a superare gli esami, oppure quando si troveranno a dover sostenere dei concorsi pubblici nei quali il minimo errore potrà costare caro ai candidati.
Nel corso delle legislature e degli esecutivi si sono succeduti svariati ministri della Pubblica Istruzione che hanno apportato svariate modifiche al sistema scolastico, il più delle volte con esiti poco edificanti, eliminando materie fondamentali quali geografia o storia dell’arte, favorendo un insegnamento puramente mnemonico, e come è stato detto poco fa rendendo il finale del percorso scolastico una mera formalità, se a chi di dovere stanno a cuore le sorti dell’Italia deve convincersi che il sistema scolastico ha bisogno di una riforma degna di tale nome e che l’esame di maturità deve cambiare.