Riprendiamo puntuali con l’articolo di oggi per la nostra rubrica di psicologia “SorprendenteMente”. Questa settimana vogli proporvi una delucidazione sull’athazagoraphobia che non è una “parolaccia”, ma una parola che descrive un particolare tipo di fobia e, non ci crederete, ma esonda tra la gente. Ma andiamo a vedere di che si tratta.
Questo tipo di fobia è stata da poco tempo descritta con linguaggio scientifico in quanto precedentemente si facevano riferimenti ad essa solo in merito all’ambiente artistico-culturale in cui spopolava la paura dell’anonimato. Oggi l’athazagorafobia descrive non solo la paura dell’oblio in modo eccessivo, ma ne specifica sia la paura di dimenticare che, soprattutto, quella di essere dimenticato dagli altri o, addirittura, sostituito. Ovviamente c’è una sostanziale differenza tra il disagio provato all’idea di essere dimenticati o di dimenticarsi di qualcuno ed il vivere questa possibilità con un’angoscia clinicamente significativa al punto di invalidare la quotidianità. Le fobie possono far sperimentare differenti livelli sintomatici a seconda anche dell’umore, dei livelli di stress e della vicinanza alla situazione che sta causando il disagio. Comunemente ad essi si associano sintomi di matrice ansiosa e, nello specifico, l’Athazagoraphobia, non ostante non abbia una sintomatologia che possa soddisfare criteri specifici di diagnosi, può anche essere direttamente collegata ad alcuni sintomi più gravi, tra cui attacchi di panico, iperaritmia, eccessiva tensione, nausea, sudorazione e vertigini.
In ogni caso, una persona con atazagorafobia può addirittura mostrare comportamenti collusivi con la propria paura arrivando a mostrare comportamenti strani o a ritirarsi socialmente perché, paradossalmente, la paura di essere dimenticati tende a farli isolare, un po’ come la profezia autoavverata di cui ho fatto menzione in qualche articolo precedente. Quando il soggetto si concentra esclusivamente sulla propria paura restandone intrappolato, può arrivare a perdere la capacità gestionale della propria vita, ad esempio perdendo il lavoro e la vita sociale e relazionale in generale.
L’atazagorafobia è molto comune soprattutto in due circostanze: in persone che hanno ricevuto una diagnosi di Alzheimer o di demenza e nei care givers che si occupano di loro. così come per tutte le fobie, non si può ricondurre l’atazagrafobia ad un’unica causa: sia l’ambiente che la genetica, che la personalità e quant’altro di valido possa essere partecipe nella struttura di reazioni fobiche può essere una concausa nello svilupparle. Allo stesso modo possono essere causate da lesioni cerebrali o da eventi traumatici e l’elenco sarebbe lungo. C’è però una cosa che a mio avviso è veramente importante per tutti: bisogna vivere con l’intento di creare bei ricordi, ma soprattutto di vivere quei momenti. Quindi, invece di fotografare i tramonti ecc. per metterli sui social, spegnete i cellulari e godetevi il momento.