Lo studio di questa particolarissima fase dello sviluppo è assai recente se si considera che Stanley Hall, primo psicologo dell’adolescenza, la identificò e la distinse dall’infanzia solo alla fine dell’Ottocento.
L’adolescenza, Terra di Mezzo
Adolesco, adolescere, crescere, dal latino all’italiano la semantica ci accompagna nel tempo delle parole, che riescono a sintetizzare concetti e contenuti.
L’adolescenza si configura infatti come una fase di accrescimento dopo il primo decennio di vita dell’essere umano. Un periodo di transizione dall’infanzia all’età adulta in cui corpo, mente e psiche subiscono modifiche irreversibili, che modelleranno l’uomo e la donna. Una sorta di Terra di Mezzo ancora non sufficientemente esplorata e compresa: anni bui di inconsapevolezza, di trasgressioni, di tentativi ed errori per arrivare poi a divenire adulti responsabili o esseri umani disorientati. Lo studio di questa particolarissima fase dello sviluppo è assai recente se si considera che Stanley Hall, primo psicologo dell’adolescenza, la identificò e la distinse dall’infanzia solo alla fine dell’Ottocento.
Fino a poco più di un secolo fa sia nelle società orientali che in Occidente gli individui di età compresa tra i dieci e i dodici anni appartenenti a tutti gli strati sociali, erano rappresentati, nelle arti figurative ed in narrativa, in abiti simili a quelli dei genitori ed intenti nelle loro stesse attività. Per tali motivi erano definiti “piccoli uomini”. Poi in Germania, Francia e Inghilterra in seguito alla Seconda Rivoluzione Industriale avvennero profondi mutamenti economici e sociali, che modificarono la condizione di vita non classificabile sociologicamente di un gran numero di ragazzi. L’importanza dell’istruzione fino ad età inoltrata e lunghi periodi di apprendistato “crearono” l’adolescente come nuova entità sociale. L’istituzione di associazioni giovanili tra cui lo scoutismo portarono infine alla definizione di adolescenza, come nuova fase della vita.
Nell’età evolutiva l’adolescenza è collocata tra i dieci e i vent’anni, ma è chiaro che può iniziare anche prima e terminare, soprattutto oggi, dopo.
La pubertà indica l’età in cui il soggetto matura la capacità di riprodursi, mentre l’adolescenza propriamente detta riguarda l’accrescimento somatico e i cambiamenti intellettivi, affettivi e relazionali. L’aumento della statura e del peso avviene in maniera rapida e massiccia (scatto di crescita), trasformazione che avviene indipendentemente dalla volontà del soggetto. La manifestazione più importante ed evidente, però, è l’uso dell’intellettualizzazione ovvero l’uso del ragionamento logico da parte dell’adolescente per affermare i propri desideri e comportamenti leciti o tendenti alla devianza.
Se l’infanzia fino ai dodici anni circa è la fase della conoscenza del corpo, l’adolescenza si delinea come l’età del confronto con l’altro e non solo sul piano delle relazioni sentimentali. Se la madre è il riferimento del bambino durante l’infanzia, l’adolescenza è “l’età dei padri”, per il ruolo fondamentale che ricoprono nel traghettare i figli verso l’autonomia e l’indipendenza.
Se i genitori per un bambino costituiscono la fonte della sicurezza e dell’apprendimento primario, i coetanei soprattutto diventano per l’adolescente il principale modello comportamentale di riferimento. Il padre in questa fase delicata della crescita rappresenta una sorta di guida, un mentore, ma soprattutto un esempio di vita. L’adolescenza sta al padre come l’infanzia alla madre: la consapevolezza del proprio ruolo genitoriale inciderà notevolmente sull’evoluzione dei figli adolescenti.
Il bambino pone al centro del suo mondo chi si occupa di lui, ma crescendo diviene una persona che comincia ad avere i suoi gusti, a fare scelte dettate dagli interessi personali e che spesso sono in disaccordo con quelle dei genitori. Inizia così un periodo difficile in cui il conflitto caratterizza le relazioni familiari e le trasgressioni dei figli adolescenti mettono a dura prova la convivenza in famiglia. Tutto l’ordine costituito viene messo in discussione e solo il suo superamento determinerà la formazione dell’adulto. I genitori e la società subiranno una critica feroce e senza esclusione di colpi, ma quanto più la famiglia sarà coesa ed ancorata a principi e valori coerenti e saldi, tanto più alte saranno le probabilità che l’adolescente evolva verso l’adulto responsabile.
La violazione delle regole rappresenta uno dei segnali di sfida ai caregivers ovvero ai genitori che devono sempre “vincere” il duello, perché di questo si tratta, di una competizione sana, in quanto l’individuo in questa fase di sviluppo ha bisogno di figure di riferimento autorevoli, per divenire una persona responsabile ed in armonia con se stesso e con il mondo.
Il preadolescente è una persona in evoluzione che lascia gradualmente la fase precedente, per avventurarsi nella vita sociale che lo attende oltre la protezione genitoriale di cui ha goduto in passato. Il suo ingresso nel mondo avviene in maniera inconsapevole e nella più completa inesperienza. Proprio per questo motivo il ruolo del padre diventa strategico, sia per la sua funzione normativa, sia per il processo di identificazione. L’assenza di tale figura o l’incapacità del genitore di ricoprire le sue funzioni può determinare purtroppo disorientamento e insicurezza oppure comportamenti a rischio di devianza. L’adolescente ha bisogno di esempi costruttivi e positivi, necessita di coerenza tra le regole condivise in famiglia e le sanzioni eventuali cui andrà in contro in caso di mancato rispetto delle norme o delle persone che le stabiliscono. Gli adolescenti hanno bisogno di misurarsi con le difficoltà per scoprire anche e soprattutto il proprio valore nella risoluzione dei problemi. Pianificare troppo la loro vita iper proteggendoli significherebbe disumanizzarli in quanto solo attraverso il superamento delle prove potranno avere conferma delle loro capacità ed abilità.
Il corpo comincia a trasformarsi e l’io matura lo sguardo sul sé confrontandosi con il mondo esterno in un gioco, a volte ingannevole, come la trasparenza della tela di ragno. Tutto viene messo in discussione, il vecchio mondo è abbandonato per sperimentare nuovi modelli alla ricerca di un modo di essere personale ed esclusivo da “vestire” per tutta la vita. I rischi psicologici sono altissimi: la depressione ed i disturbi dell’alimentazione sono in agguato. A volte i giovani affrontano senza strumenti un abisso che si apre loro davanti: impotenza, inutilità, sensi di colpa, vergogna e disperazione, spesso mascherati dall’impertinenza, dalla maleducazione e dall’insolenza. I cambiamenti d’umore infatti possono nascondere anche tutto questo.
La ricerca del proprio modello passa attraverso una fase di ricerca e di prove, mentre la trasformazione del corpo non si arresta fino ai diciotto anni e dintorni. L’adolescenza è l’età della identificazione non solo sessuale. Il preadolescente si orienterà verso modelli offerti dalla società di appartenenza acquisendoli e selezionandoli fino a creare il proprio modello, dopo aver superato o integrato quello genitoriale.
L’uso indiscriminato di internet poi ha determinato l’ingresso delle realtà virtuali nel panorama delle esperienze che attendono gli adolescenti, cui si aggiunge oggi l’assenza delle funzioni e dei valori della famiglia e della società stessa, che hanno perso l’orientamento e gli adolescenti di conseguenza nella loro fase delicata di crescita non trovano i nocchieri idonei che possano essere loro d’aiuto.