“SorprendenreMente” la mini-rubrica di psicologia che trovate su plus-magazione ritorna oggi con un nuovo argomento. La talassofobia. L’idea di trattare questo tema viene da un lettore che mi ha chiesto di rispondere alla sua domanda in merito ad un mio articolo precedente.
Come al solito, per proteggere la privacy di chi scrive, userò i puntini sospensivi per sostituire elementi che possano ricondurre in qualche modo a luoghi e persone.
Il nostro lettore scrive:
“ Gent.ma dottoressa Nutolo, ho letto l’articolo che parla del legame tra il mare e l’aspetto psicologico delle persone e mi è piaciuto molto perché mi ha fatto riflettere su tante cose. Nella mia storia personale il mare ritorna tantissime volte … … … perciò volevo chiederle di darmi qualche dato in più sull’elemento “paura” che potrei trovare pure su internet, ma preferisco che sia un professionista a rispondermi in modo diretto e soprattutto come fa lei nei suoi articoli in modo chiaro e senza giri di parole. … … La ringrazio per la disponibilità e spero di leggere al più presto la sua risposta … “
Caro lettore, mi sento onorata nel leggere le sue parole e le risponderò in modo chiaro e sintetico, come da lei notato nei miei articoli.
Ciò a cui lei fa riferimento è la “talassofobia” che non è la “paura dell’acqua”, bensì una fobia specifica concernente le acque profonde e soprattutto il mare. Ricordiamo che la fobia è una paura amplificata, irrazionale e spesso persistente che condiziona l’individuo che ne soffre costringendolo ad evitare situazioni e/o oggetti, luoghi e persone che forniscano lo stimolo in questione. Nello specifico, la talassofobia è classificata nel DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders – V) come “fobia specifica” e spesso è combinata con il disturbo di ansia generalizzata. Si diagnostica in presenza di diversi sintomi che possiamo suddividere in sintomi fisici ed ideativi.
Nei primi rientrano: palpitazioni o aumento della frequenza cardiaca, dolore al petto, vertigini, tremore, difficoltà respiratorie, iperventilazione, sudorazione, bocca secca e formicolio o intorpidimento delle mani.
Nei sintomi ideativi, invece, rientrano idee ricorrenti concernenti il mare, specie riguardo gli abissi, una continua gamma di riferimento allo stesso ed il pensiero spesso polarizzato sullo stesso argomento.
Tali rilievi diventano particolarmente allarmanti soprattutto qualora il soggetto viva una diminuzione significativa della qualità della vita a causa dei vissuti angoscianti sproporzionati rispetto il reale pericolo e la cosa persista per più di sei mesi
La causa della talassofobia non è singola né specifica in quanto numerosi fattori possono concorrere alla determinazione dello stato fobico, tuttavia il caso più frequente è dato da un trauma per un episodio di cui si è stati protagonisti o a cui si è assistito e, non ultimo, per “paura indotta” ossia trasmessa da altri. A livello puramente e squisitamente psicologico, la paura del mare rimanda alla paura di confrontarsi con l’ignoto, il profondo e quindi con la propria dimensione inconscia.
Cosa fare? Ricorrere ad un professionista: uno psicoterapeuta regolarmene iscritto all’albo.