“La Primavera del Botticelli” sembra essere l’opera più’ appropriata per celebrare la chiusura della Primavera e l’arrivo dell’Estate. Lasciamo alle spalle una caldissima primavera preludio di un’estate che si preannuncia rovente.
Arte – Salutiamo la ‘primavera’ del 2022 con l’opera che l’ha onorata e celebrata con straordinario fascino e maestria: la Primavera di Sandro Botticelli.
L’Opera. L’Artista.
L’Opera risale al 1480 circa e fa parte della collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze. Conosciuta con il nome convenzionale di Primavera, la pittura mostra nove figure della mitologia classica che incedono su un prato fiorito, davanti a un bosco di aranci e alloro. In primo piano a destra, Zefiro abbraccia e feconda la ninfa Clori, raffigurata poco oltre nelle sembianze di Flora, dea della fioritura. Dominano il centro della composizione, leggermente arretrati, la dea dell’amore e della bellezza Venere, castamente vestita, e Cupido, raffigurato bendato mentre scocca il dardo d’amore. A sinistra danzano in cerchio le tre Grazie, divinità minori benefiche prossime a Venere, e chiude la composizione Mercurio, il messaggero degli dei con indosso elmo e calzari alati, che sfiora col caduceo una nuvola.
Pur rimanendo misterioso il complesso significato della composizione, l’opera celebra l’amore, la pace, la prosperità. La vegetazione, il cui colore scuro è in parte dovuto all’alterazione del pigmento originale, è rischiarata dall’abbondanza di fiori e frutti. Sono state riconosciute ben 138 specie di piante diverse, accuratamente descritte da Botticelli servendosi forse di erbari. La cura per i dettagli conferma l’impegno profuso dal maestro in quest’opera, confermato anche dalla perizia tecnica con cui è stata realizzata la stesura pittorica.
Realizzata su un supporto di legno di pioppo, l’opera si trovava alla fine del XV secolo nella casa in via Larga (oggi via Cavour) degli eredi di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico; stava appeso sopra un lettuccio, una sorta di cassapanca con schienale caratteristica dell’arredamento delle residenze signorili rinascimentali. Passò poi nella villa di Castello, dove Giorgio Vasari nel 1550 la descriveva insieme alla Nascita di Venere.
Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, conosciuto col nome d’arte di Sandro Botticelli, è stato uno dei maggiori pittori italiani del Rinascimento.
Maestro del sacro e del profano, è stato descritto come un outsider nella corrente principale della pittura italiana, avendo egli un interesse limitato per molti degli aspetti associati alla pittura del Quattrocento, come l’ispirazione diretta all’arte classica e la rappresentazione realistica di anatomia umana, prospettiva e paesaggio. Infatti, la sua formazione gli ha permesso di rappresentare questi aspetti della pittura, senza però lasciarsi omologare dallo scenario contemporaneo.