Anche questa settimana torna la nostra mini-rubrica di psicologia “SorprendenteMente” che, in occasione della giornata dedicata alla musica popolare, proporrà questa tematica dal punto di vista della psicologia. I lettori che ci seguono da tempo, ricorderanno che la musica non è estranea ai nostri discorsi e chi volesse dare un’occhiata all’argomento trattato in precedenza, può accedervi tramite il link “musica e psicologia” del 22/07/2022.
La musica popolare comprende diverse forme tra cui quelle usate dal popolo per scandire i diversi momenti della giornata, quelle d’amore, quelle che vanno dalle ninna-nanne alle filastrocche fino anche a formule “magiche” e scongiuri”. È dunque del popolo, cioè quella che appartiene al “sapere di tutti” e la sua caratteristica fondamentale è proprio psicologica. Infatti, è legata all’esigenza di una comunicazione immediata e proviene da una necessità che rivela una urgenza emotiva. Per questi motivi, , risulta funzionale e particolarmente efficace nell’espressività, rappresentando inoltre, una sorta di “bussola” che rivela da dove veniamo e che tipo di cammino abbiamo fatto, indicandoci le possibilità direzionali. Ovviamente non si può ignorare che la musica popolare avesse una notevole valenza attiva portando le persone a cogliere emozioni anche lontane dallo status affettivo momentaneo cogliendo il senso di realtà altrui, spesso lontane nel tempo, che però portano alla consapevolezza ed anche all’autocomprensione. In effetti, la funzione linguistico-espressiva della musica popolare è l’elemento che permette di dare significato all’esperienza diretta e percepirne quella dell’altro attraverso i cosiddetti registri cognitivi che riguardano l’ambito motorio, iconico e verbale. Ma non ostante ci sia la partecipazione di meccanismi biologici, la valutazione emotiva della musica popolare e di quella in generale, comporta una elaborazione che va al di là dei suddetti aspetti e comprende cambiamenti motivazionali, componenti cognitive, modalità comportamentali e vissuti personali. È il caso, ad esempio, del processo inferenziale pe mezzo del quale si proietta all’esterno lo stato emotivo che lascia all’altro la possibilità di provare l’emozione corrispondente.
A tal proposito, nella musica popolare vi sono due elementi che determinano la conditio sine qua non per quanto finora detto: la comprensione ed il riconoscimento e spesso coincidono. La connessione tra i fattori rimanda al susseguirsi di deversi momenti che corrispondono ad altrettanti processi psicologici. In primis la “rimembranza” che rappresenta il momento in cui si riconosce l’oggetto (canzone, filastrocca o altro); successivamente avviene una identificazione affettiva che rimanda al “cosa” ricorda l’oggetto a livello personale; in seguito entra in gioco il processo di classificazione, con cui etichettiamo l’evento come bello, brutto ecc. immediatamente dopo c’è l’autoriflessione che rappresenta il modo in cui approcciamo al momento introspettivo relativo al vissuto in questione e infine il trasferimento psicologico che vede il trasferire sull’oggetto la gratificazione ( o il fastidio ecc.) che abbiamo provato. Un esempio semplice potrebbe essere attribuire alla filastrocca “la bella lavanderina” un’etichetta come “è brutta” perché ricorda un episodio dell’infanzia in cui non si veniva scelti al seguito della frase “dai un bacio a chi vuoi tu” …al di là se abbiate avuto o meno questa esperienza con “la bella lavanderina”, sicuramente questa frase l’avete letta cantando ed accentuando le sillabe come riportava la filastrocca.