La canzone di Zeza e il Carnevale Irpino, una contaminazione a ritmo di Tamburelli, Organetti, Ciaramelle e Fisarmoniche.
Musica – Il carnevale in Irpinia è di sicuro una delle festività più amate e attese dell’anno.
Oggi come in passato la preparazione al carnevale e alle sue sfilate tra carri, balli, canti e maschere tradizionali rappresenta un periodo e un’attività che coinvolge intere comunità, unendo nuove e vecchie generazioni.
Noi come sempre ci soffermeremo sul suo aspetto prettamente musicale che ha origini antiche e fortemente legate al territorio e alla sua colonna sonora: la canzone di “Zeza”.
La “Zeza” o canzone di “Zeza” nasce a Napoli intorno alla metà del Seicento come rappresentazione in chiave grottesca e popolare del conflitto familiare tra Pulcinella, sua moglie Lucrezia, detta “Zeza”, e la figlia Vicenzella, innamorata di Don Nicola.
In particolare, la “Zeza” rappresenta la storia delle nozze di Vicenzella e Don Nicola, contrastate da Pulcinella e sostenute da sua moglie Lucrezia.
Anche se di origine Napoletana, ogni territorio conserva tradizioni differenti, uniche ed autentiche, che si sono tramandate nei secoli con un’unica regola legata al passato, e cioè che: la “canzone di “Zeza” è da sempre interpretata da attori di sesso maschile, anche travestiti da donna.
Le musica e i suoni del carnevale, principalmente legati alle “voci popolari” e agli strumenti percussivi “poveri” del folklore partenopeo come Triccheballacche, Putipù e Scetavajasse sono stati contaminati dai Tamburelli, Organetti, Ciaramelle e Fisarmoniche della tradizione irpina dando una linea melodica ed armonica ben marcata e definita che fa da “voce” alle Tarantelle e Quadriglie della nostra antica tradizione popolare.
Di sicuro se si dice Irpinia e carnevale, in testa troviamo già il ritmo incalzante e la melodia della Tarantella Montemaranese, ignorare la sua “voce”, l’allegria e la voglia di scatenarsi è quasi impossibile.
Buon Carnevale a tutti e ricordate “e’ man ngopp o’ groove “ come direbbe Enzo Avitabile.
L’immagine di anteprima è tratta da Di Effems – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=87508632