I recenti sviluppi giudiziari relativi al Comune capoluogo, Monteforte e Quindici constano il fatto in Irpinia: l’isola felice non c’è più
Politica e dintorni – Inchieste giudiziarie che hanno portato alle dimissioni del Sindaco di Avellino Gianluca Festa, comuni di Monteforte e Quindici sciolti per infiltrazioni mafiose, tutti questi dati sono la conferma della situazione in Irpinia: l’isola felice non c’è più.
La tempesta che ha colpito il Comune di Avellino a pochi mesi dalle elazioni amministrative, tempesta senza la quale l’attuale primo cittadino avrebbe visto la riconferma alla guida della città per il secondo mandato consecutivo, unita allo scioglimento dei Comuni di Monteforte e Quindici rappresentano l’emblema di come si cambiata in peggio la Provincia di Avellino.
In primis le accuse rivolte a Gianluca Festa, per i reati di associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, ed omissione in atti d’ufficio, accuse che chiaramente andranno dimostrate in fase di indagine, ma che segue in ordine cronologico un’indagine su presunte irregolarità durante lo svolgimento del concorso volto a selezionare agenti di polizia municipale rappresentano un brutto segnale per la città.
Tutte queste vicende avranno le sue ripercussioni sugli schieramenti alle prossime amministrative, visto che molti componenti della maggioranza di Festa, vista la candidatura di Angelo Antonio D’Agostino, principale sponsor dello stesso Festa alle scorse amministrative, potrebbero presentarsi nelle liste del centro destra alle comunali di giugno.
Per quanto riguarda i comuni di Monteforte e Quindici che verranno guidati da un commissario pro tempore fino alle elezioni di giugno, i prossimi sindaci che guideranno le rispettive amministrazioni dovranno avere la capacità di operare con legalità e soprattutto di fare recuperare il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini.
Gli episodi di cronaca appena elencati sono l’ennesima dimostrazione che l’immagine dell’isola felice non è veritiera, basti pensare alle ramificazioni che il nuovo Clan Partenio aveva intessuto nella società civile, nelle amministrazioni locali e nel Palazzo di Giustizia.