L’intervista a Mariarosaria Canzano: una donna molto forte, molto coraggiosa e molto perseverante che ci condurrà nel mondo dell’autismo e dell’inclusione

Chi è Mariarosaria Canzano?

Ho 46 anni, Casertana di origine ma ho vissuto a Marcianise per ben 20 anni.
Mi sono ritrasferita a Caserta da pochi mesi.

Sono mamma di tre bellissimi adolescenti: Laura ha 18 anni, Alexandra Vittoria di 17 e Mario di 14. Sono tre ragazzi brillanti.

Laura è affetta dallo spettro autistico e per lei ho scritto un libro che è diventato un manuale, un vademecum e un prontuario per le famiglie che come me affrontano le difficoltà legate alla disabilità del proprio figlio.

Sono insegnante di scuola primaria da quasi 28 anni, laureata due volte e masterizzata due volte. Ho ben 160 corsi di formazione nel mondo scuola. Sono assistente sociale albo B e tecnico ABA, tutor DSA e specializzata lingua inglese in C1.

Adoro leggere e amo scrivere: compilo tesi di Laura per ragazzi iscritti presso gli atenei delle università italiane nell’ambito di psicologia, pedagogia e filosofia.

Mi occupo di tematiche sociali e da quasi due anni giro per i comuni sensibilizzando i sindaci sulla tematica autismo e inclusione, coinvolgo i dirigenti scolastici e gli studenti ai fini dell’inclusione sociale dei ragazzi affetti da disabilità. Ho fondato qualche mese fa l’associazione di volontariato il coraggio di Laura che si occupa di organizzare eventi di sensibilizzazione di conoscenza dello spettro dell’autismo e di coinvolgere tutti nel processo del cambiamento per l’ inserimento di questi ragazzi anche nel mondo del lavoro.

Come si definirebbe?

Le persone mi definiscono mamma coraggio e molti mi vedono come un icona un esempio di forza di volontà e caparbietà perché non mi sono mai fermata dinanzi alla disabilità di mia figlia ma ho affrontato le sfide con determinazione e costanza.

In realtà io mi reputo una persona assolutamente normale che affronta le sfide della disabilità con tanto coraggio e tanta determinazione senza paura di quello che sarà il futuro che sto costruendo attualmente un presente importante per mia figlia e ragazzi come lei.

L’autismo….

L’autismo non è purtroppo una malattia perché se così fosse si guarirebbe invece dall’autismo non si guarisce. L’autismo è una condizione o meglio è una neurodiversità. Quando si parla di autismo si parla di spettro dell’autismo proprio perché non c’è un’unica causa che scatena questa sindrome ma una serie di condizioni entrano in gioco: biologiche, ambientali, l’inquinamento, genetiche ed altri fattori. Certamente quando mi è stata comunicata la diagnosi di autismo di mia figlia, ho provato una forte sensazione di frustrazione, inadeguatezza e paura.

Penso che nessun genitore sia pronto ad affrontare mai una diagnosi riguardante il proprio figlio soprattutto quando si tratta di autismo perché è una sindrome altamente invalidante. Da subito mi sono attivata affinché mia figlia avesse un programma personalizzato di terapie seguite dagli specialisti e ho cercato di gestire insieme a mia figlia e a restante nucleo familiare la nuova situazione invalidante facendomi seguire da specialisti anche per contenere la mia ansia e le mie paure legate alla diagnosi.

Cosa è cambiato…

Le mie abitudini sociali sentimentali emozionali sono necessariamente cambiate dopo la diagnosi di Laura soprattutto quelle sociali che sono state necessariamente rimodulate perché non posso più avere una vita sociale a causa delle difficoltà di Laura di entrare in luoghi nuovi o affollati. Naturalmente anche le emozioni sono tante volte confuse proprio perché Laura vive uno stato emozionale altalenante che porta a influenzare positivamente negativamente le persone intorno a lei.

La pandemia…

Le restrizioni legate alla pandemia da covi d’ha penalizzato fortemente i ragazzi affetti da autismo proprio perché alcune terapie sono state interrotte e alcuni centri necessariamente chiusi: per questi ragazzi la continuità delle terapie è indispensabile e soprattutto la routine non va interrotta improvvisamente. In questi quasi due anni di limitazioni i ragazzi affetti da autismo hanno sofferto l’interruzione delle terapie e le famiglie l’assenza di aiuti e interventi da parte delle istituzioni.

Cosa le interessa..?

Le dirò cosa non mi interessa assolutamente di politica ma ciò che faccio e coinvolgere i sindaci in qualità di primi responsabili della salute pubblica dei cittadini affinché prendano piena consapevolezza della condizione dello spettro dell’autismo e non solo accendono i propri comuni di luce blu il 2 aprile in occasione della giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. E coinvolgendo i sindaci non faccio altro che renderli partecipi nel cambiamento proprio perché a livello regionale mi sto battendo affinché venga istituita una legge consona per l’autismo più completa e che tocchi più punti soprattutto che tuteli in pieno i diritti di questi ragazzi e delle loro famiglie.

Cosa è cambiato in lei?

il disturbo di Laura mi arreso una donna migliore, più attenta alle problematiche degli altri e soprattutto più capaci di ascoltare gli altri: sono diventato un esempio per tanti genitori che come me vivono la quotidianità della disabilità con un figlio affetto dallo spettro dell’autismo e soprattutto sono diventata un’icona di forza e coraggio da imitare.  Sicuramente l’autismo di mia figlia mi ha cambiata ma mi ha reso sicuramente una donna migliore.

Cosa ha iniziato a fare invece?

Per Laura ho smesso di fare programmi e progetti dopo aver ricevuto la diagnosi di autismo: oggi vedo la mia Laura diventare una donna bellissima nonostante le sue limitazioni e la sua disabilità. Voglio semplicemente che mia figlia sia felice e che raggiunga la sua piena autonomia affinché abbia una vita adeguata e accettabile in una società ancora purtroppo troppo impreparata dinanzi all’accettazione della disabilità come risorsa per tutti

Cosa sente e vede in giro rispetto a tutto ciò?

Che sono una bellissima donna me lo dicono in tanti ma sinceramente a me interessa più che mi venga detto che sono una donna molto intelligente, molto forte, molto coraggiosa e molto perseverante: la bellezza purtroppo sfuma o fortunatamente sfuma con il tempo che inesorabilmente trascorre per tutti.

Ma ciò che conta è avere una buona testa che possibilmente mi funzioni il più possibile!
Riguardo alla frase “ Si dice che gli uomini siano finiti” Potrei rispondere con un sorriso dipende da cosa si intende per uomini o per maschi… Purtroppo ho conosciuto e conosco tanti maschi che provano ad entrare nella mia vita fingendosi interessati ma attualmente il mio cuore è impegnato e batte per una sola persona.

Preferisco tenere per me il nome di questa persona perché “le cose belle “vanno preservate e lui fa parte di una delle “cose più belle” che la vita mi abbia donato insieme ai miei tre figli.

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