Il passato, il presente ed il futuro si fondono nella contemporaneità delle nostre azioni pervase dai ricordi, dalle emozioni e dalle proiezioni in avanti. Tecnologia ed empatia: una fusione vincente per affrontare il futuro.
Il grano di Giulietta di Antonia Esposito, inserito nella raccolta di tredici testi, intitolata Volti dal futuro, edita dalla Multimage di Firenze, la Casa Editrice dei Diritti Umani, è una sorta di racconto futuristico, scritto nel 2000 ed ambientato nel 2020, che conduce il lettore in un’atmosfera morbida e di serena attesa, in cui si fonde il complesso passato delle due protagoniste con il futuro alternativo e straordinario, che già s’intravede oltre il loro presente.
Giulietta e Gemma sono due identità femminili molto diverse tra loro e per età e per esperienze di vita, che le hanno plasmate e determinate come persone. Le loro vicissitudini, seppur dolorose, non ne hanno annichilito la volontà, ma ne hanno invece potenziato le capacità. Infatti, nel testo di Antonia, troviamo rappresentati, in pochi tratti, valori umani, come l’empatia, l’accoglienza, la solidarietà, la sofferenza catartica, la resilienza e la capacità di immaginare e disegnare l’avvenire.
Il racconto è carico di una potenza straordinaria, perché il passato, il presente ed il futuro delle due donne sembrano fondersi nella contemporaneità del loro incontro. Non si percepisce, nella lettura del testo, la successione temporale cui siamo abituati, per scandire e raccontare il reale. E’ come se avvenisse tutto nello stesso istante in una visione sincronica degli eventi enucleati dalle due protagoniste. Sembra di essere all’interno di una sfera in cui si respira una pace profonda, generata dall’accettazione della sofferenza e del suo superamento, nonché dal rispetto reciproco di tutti quelli che l’abitano. Giulietta, la più grande delle due, ci ricorda un po’ la donzelletta del Leopardi “con il suo fascio” di grano, simbolo della tradizione e della genuinità dei cibi, ormai contraffatti dall’uso degli OGM. La donna si presenta in un bistrò, un ambiente alternativo ed accogliente, voluto e gestito da Gemma, una giovane di trent’anni, da suo marito e dal figlio. E’ proprio la tecnologia il collante dell’incontro tra le due donne. Giulietta, che rappresenta il passato e la tradizione, stupisce Gemma, per le sue competenze informatiche. Giulietta ascolterà poi le vicende dolorose dell’altra identità femminile, che non hanno, però, annichilito il suo presente di moglie e madre realizzata. Gemma e le sue due sorelle sono state sterilizzate ancora adolescenti dalla loro madre… per una motivazione dolorosissima, che resta al lettore scoprire, addentrandosi nel testo. Saranno i progressi della scienza e la forza dell’amore ad aiutare Gemma a realizzare il suo presente, mentre il finale si apre in uno spazio al di là dell’Oceano, dove la stessa Giulietta sembra aver trovato la sua collocazione. Antonia Esposito, attrice, counselor, siloista, insegnante di yoga, nonché docente di scrittura creativa, è riuscita a conferire al racconto un alone di mistero, in cui il lettore, però, può addentrarsi, senza rischiare di smarrirsi nell’inquietudine di un futuro incerto e fosco, in quanto l’autrice lo conduce, quasi per mano, verso la consapevolezza di poter orientare il proprio percorso di vita, verso nuovi e possibili orizzonti più rispettosi dell’essere umano.