In occasione del Natale, oggi la mini-rubrica “sorprendenteMente” tratterà proprio di questa festività che è quella che offre il più grande ventaglio di emozioni.
C’è infatti chi aspetta il periodo natalizio con gioia e buon umore, chi lo detesta, chi vorrebbe “arrivare direttamente al 7 gennaio” come se questi giorni n ci fossero mai stati. Fatto sta che è il periodo in cui a livello clinico si acutizzano tutti i sintomi : dalle ansie agli attacchi di panico alle espressioni depressive al senso di oppressione, alla rabbia ecc.. Un riferimento specifico va fatto per le somatizzazioni, in quanto queste sono proprio l’emblema e la massima espressione del “disagio che il corpo ci sbatte in faccia”. In sintesi, ciò avviene perché non sa più che segnali mandarci per faci comprendere che il malessere che stiamo cercando di reprimere non si elimina ignorandolo.
Ma la domanda da un milione di dollari è : PERCHÈ tutto questo?
Ovviamente le risposte sono varie, ma cerchiamo di analizzare delle situazioni. Partiamo dal presupposto che le feste natalizie sono giornate legate ad una festa associata alla gioia in cui, però, già solo per questo, qualcuno si potrebbe sentire come se fosse obbligato ad essere felice già solo per questo motivo.
Questa percezione già di per sé è una forzatura che indirizza in modo costrittivo verso uno stato d’animo che non è genuino. Impariamo ad accettare anche possiamo avere sensazioni, percezioni e vissuti diversi da quelli degli altri e che non per questo siano “sbagliati” : sono solo differenti e quindi non per forza si devono, ad esempio, ostentare sorrisi a 800 denti. Natale è la festa della famiglia. Questo è un altro fattore vissuto come un problema.
Ci si ritrova a DOVER stare a contatto con le famiglie di origine di entrambi i rami della famiglia dove non sempre “scorre buon sangue” e quindi si accendono delle discussioni che rispolverano trascorsi poco piacevoli. Bisognerebbe cercare di seppellire l’ascia di guerra e di non ascoltare l’orgoglio anche perché, come purtroppo ci ha dimostrato il covid-19, i momenti bruti ci sono sempre e quindi è importante crear momenti belli. Il vantaggio è che i ricordi belli non ce li potrà togliere mai nessuno. Altro è, sempre legato allo stare in famiglia, quando ci si trova a dover fare i conti con un lutto che ancora non è stato elaborato in pieno e che viene affrontato in modo diverso dagli altri, cosa che per molti è inaccettabile. Ognuno vive le cose a modo suo e con tempi propri, ma non bisogna aspettare Natale per piangere su ciò che non c’è più: godiamocelo finché lo abbiamo e siamo grati per averlo avuto.
Sempre in merito alle famiglie, una difficoltà in più la riscontrano i nuclei con genitori separati che devono necessariamente organizzarsi per poter trascorrere alcune delle feste con i propri figli: non è facile, ma teniamo ben presente che il natale è soprattutto la festa dei bambini che in futuro non ricorderanno tanto quale genitore gli ha fatto il regalo più bello, ma quale c’era e quale gli ha permesso di vivere in un clima sereno. I bambini hanno fiducia, speranza ed aspettative; sono il futuro: non li deludiamo e diamogli le basi per diventare brave persone.
Questo potrà verificarsi soprattutto se offriamo dati concreti nei fatti perché i bimbi sono attenti a ciò che fanno “i grandi” e non tanto a ciò che dicono.
A proposito di fatti, Natale è anche il momento in cui si tirano le somme relative all’anno che è quasi terminato. Parecchie persone si sentono frustrate vivendo uno sconforto pesante come un macigno che li fa sentire soli anche in mezzo alla folla e gli fa desiderare di andar via: ma andare in un altro luogo, no caccia via il malessere che si ha dentro. Questo, allora è il momento in cui si può scegliere di cambiare le cose, si può scegliere di essere chi si voleva diventare, si può scegliere di prendersi cura di se stessi e di riprendere le redini della propria esistenza in mano perché bisogna essere protagonisti della propria vita e non restare a guardare mentre le cose accadono. In tutte queste circostanze ed, in generale, in tutte le situazioni, è fondamentale fare ordine, chiarezza con se stessi e scegliere le priorità: non esistono persone “sbagliate” ed un errore non definisce un individuo. Per tale motivo non bisogna permettere che altri ci etichettino e ricordare che, in qualsiasi tipo di relazione (amicale, di coppia, tra colleghi ecc.) tutto ciò che concediamo segna il modo in cui autorizziamo ad essere trattati. Allora come affrontiamo questo natale? Con la testa alta per le cose buone che abbiamo fatto, per quelle ove abbiamo capito cosa possiamo migliorare e/o cambiare e soprattutto per avere la libertà di scegliere cosa fare della nostra vita. A Natale tornano anche gli amici e le persone care che per lavoro o scelte di vita si sono trasferite altrove: beneficiamo della loro compagnia e, allo stesso modo, coltiviamo i nostri hobbies e tutto ciò che ci fa stare bene ma, soprattutto facciamolo adesso, senza restare impantanati del passato o andare in ansia per il futuro.
A tale proposito c’è una frase citata in un cartone animato che è una grande verità e ve la riporto per regalare anche a voi queste belle parole. “ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono: per questo si chiama presente”
Buon Natale