Benessere – Perché nello slang americano i poliziotti vengono soprannominati “piedi piatti”? E’ una forma ironica per definire gli appartenenti al corpo di polizia perché questi, secondo una credenza popolare, costretti a stare la maggior parte del tempo in piedi durante il loro lavoro, subiscono uno schiacciamento della volta plantare, così da creare un appiattimento. Da questa credenza deriva la parola “flatfoot” o meglio “piedi piatti”.
Ma quanto c’è di vero in questa credenza popolare? Vediamo allora, realmente, cosa sia un piede piatto. Il nostro piede presenta una volta plantare o arco, cioè quella parte del piede che, in posizione eretta, vediamo non poggiare a terra.
Un piede piatto presenterà un appiattimento di quest’arco e la valgo pronazione del calcagno (calcagno che va all’interno). Dai 10 mesi ai 3 – 4 anni questa situazione è del tutto normale e, di solito, si corregge spontaneamente verso i 6 – 7 anni. Quando il piattismo non regredisce autonomamente, allora è necessaria una visita specialistica perché, molto spesso, soprattutto in età giovanile, è una condizione che non presenta stati di dolore. Non pensiamo però che l’assenza di stati di dolore, corrisponda all’assenza del problema perché, nel tempo, possiamo assistere all’insorgenza di problematiche alle caviglie, alle ginocchia (ginocchia valghe) e, in età adulta, causare l’alluce valgo.
Attenzione, anche nel caso dei piedi piatti, a correggere l’alimentazione dei nostri ragazzi poiché, oltre ad un evento traumatico o problematiche fisiologiche, anche una situazione di obesità potrebbe esserne la causa.
Ma quali sono i sintomi del piede piatto? Come già detto, spesso non è presente alcun sintomo mentre, in altri casi possiamo avere dolori al tallone, alla volta plantare oppure nella parte interna della caviglia. Un piede piatto non curato potrà portare, in futuro, patologie a carico della colonna vertebrale.
Cosa fare? Semplice, basta rivolgersi ad un medico specializzato che, dopo aver visionato la postura ed effettuato alcuni test (come il camminare sulle punte), valuterà la meccanica del piede e, in caso di sintomi dolorosi, prescriverà degli esami radiografici (risonanza, ecografia). Una volta confermata la diagnosi sarà il medico stesso che strutturerà il trattamento da seguire, trattamento che può andare dall’uso di plantari a degli esercizi specifici (ricordate!!!!!!! Anche in questo caso, rivolgiamoci sempre a degli esperti in materia). Qualora però entro i 9 – 10 anni non si avranno miglioramenti visibili, nei casi più gravi, viene consigliato un intervento chirurgico correttivo, intervento che verrà effettuato tra i 9 ed i 14 anni.
Gli interventi chirurgici che possono essere effettuati sono l’ENDORTESI (si pratica una piccola incisione nel tarso e si aggiunge una vite metallica o riassorbibile per correggere la pronazione. In caso di vite non riassorbibile questa verrà rimossa dopo 2 anni),
oppure il CALCAGNO STOP (verrà inserita una vite all’interno dell’astragalo, che poi verrà rimossa dopo 18 mesi).
Il nostro corpo è una macchina perfetta ma, proprio come una macchina, necessita di essere curato e rispettato.