Guerra e Pace di Tolstoj è il testo che proponiamo questa settimana e chiaramente ispirato agli accadimenti attuali.
Libri – Sette anni occorsero a Lev Nikolàevic Tolstoj per comporre uno dei capolavori in assoluto della letteratura ottocentesca. L’ossatura del romanzo è data dalle vicende di due grandi famiglie dell’alta nobiltà, i Rostov e i Bolkonskij, depositari dei valori autentici e genuini, intrecciate a quelle dei corrotti e dissoluti Kuragin. Spiccano, nella moltitudine dei personaggi, le figure di Natasa, fanciulla e poi donna di straordinaria purezza e di indole forte e impetuosa; del principe Andrei, che porta il suo orgoglio nella guerra, nella prigionia e nell’infelice amore per Natasa; dell’enigmatico e complesso Pierre Bezuchov, capace di autentica adesione al “dolore del mondo”. Grandiosa epopea, toccante esplorazione dei lati oscuri e luminosi dell’animo umano, l’opera “Guerra e Pace” si ripropone, di generazione in generazione, con immutata immediatezza e rara capacità di avvincere nel profondo, e tremendamente attuale.
L’Autore. La Storia
Scrittore russo nato nel 1829 e morto nel 1910, Lev Nikolàevic Tolstoj è considerato uno dei padri fondatori della letteratura russa. Fu uomo e letterato dallo spirito spiccatamente solidale e si interessò al sociale, alla filosofia, all’assistenza e all’istruzione dei bisognosi. Nato in una famiglia di antica nobiltà, rimasto orfano della madre a due anni e del padre a nove, fu allevato da alcune zie molto religiose. Trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra Mosca e Kazan’ dove frequentò l’università. Nel ripercorrere la storia della sua vita, come la sua produzione letteraria, si comprende come Tolstoj fu pienamente uomo del suo tempo, che lo vide coinvolto in prima persona nelle vicende delle guerre che la Russia in quel periodo visse. In quegli anni, disordinati e tempestosi, Tolstoj prende parte come volontario dapprima alla guerra contro il Caucaso. Scoppiata la guerra russo- turca si trasferisce a Sebastopoli, dove in combattimenti cruenti, si decideva la sorte della guerra. Scoppiata in seguito la guerra di Crimea, violenta e disastrosa per l’esercito russo, Tolstoj ne descrive le atrocità in una serie di pubblicazioni tra il 1855 e il 1856, suscitando enormi polemiche per la spietata descrizione della guerra.
Dal 1863 al 1869 portò a termine il suo più vasto romanzo, Guerra e Pace. Partito dal progetto di narrare la rivolta dei decabristi del 1825, spostò poi il suo interesse sul periodo 1803- 13, dove secondo T. si erano condensati i problemi sociali e politici dei decenni successivi. Il romanzo è delimitato da due date: il 1805, che segna la prima sfortunata campagna contro Napoleone, chiusa dalla sconfitta di Austerlitz e il 1812, anno della travolgente guerra patria che vide insorgere tutto il popolo russo in difesa della propria terra.
Nel romanzo Tolstoj condensa e sprigiona il suo pensiero sulla storia, fatta secondo lui non dai grandi condottieri, ma dalla volontà delle masse, dal loro slancio e dalle loro segrete convinzioni, di cui i capi sono soltanto interpreti più o meno attenti.
Dopo i clamorosi successi, Tolstoj attraversò un periodo di profonda crisi spirituale, che coinvolse tutta la sua esistenza e i suoi valori e in cui si dedicò a opere di carattere morale e religioso. Vennero delineandosi in questi anni, le teorie della resistenza al male, del rifiuto di ogni forma di violenza, dell’aiuto a chi soffre ingiustamente. Ricordato per la sua idea di “non violenza attiva” secondo la quale l’uomo deve impegnarsi fortemente contro le ingiustizie senza mai usare la violenza, il suo pensiero ispirò molti e importanti figure di pacifisti, attirando un giovanissimo Gandhi, di cui esiste una corrispondenza sull’argomento con Tolstoj.
Che forza e che lucidità il Tolstoj pensatore e saggista! Scriveva un secolo fa, ma i suoi scritti non sono affatto invecchiati e ogni pagina delle sue opere ha la freschezza di uno spirito indipendente e rivoluzionario. Colpiscono, fra i tanti, gli interventi contro la guerra: l’antimilitarismo di Tolstoj è circostanziato e anima una critica alla geopolitica del suo tempo.
Quando esamina la Conferenza dell’Aja sul disarmo (del 1899!) scrive che “il vero scopo della Conferenza non è instaurare la pace ma occultare il solo mezzo che può liberarci dai mali della guerra, ovvero rifiutarsi di partecipare agli omicidi militari”. Centoventi anni dopo le spese militari nel mondo sono esplose e salite oltre ogni ragionevole misura ma il tema del disarmo non è più all’ordine del giorno. Centoventitre anni dopo la Russia dichiara guerra all’Ucraina e minaccia l’Europa e l’Occidente!
In realtà, oggi, non dovremmo parlare altro che di disarmo degli stati e di abbandono dell’economia estrattiva, questioni fra l’altro collegate fra loro. E invece divaghiamo, in un discorso pubblico povero e sempre più sganciato dalle urgenze vere del pianeta e di chi lo abita.
Tolstoj è attuale perché nel tempo che gli toccò di vivere non smise di guardare avanti e di immaginare mondi e modi di vivere molto diversi da quelli del suo presente
Ancora oggi la sua lezione e il suo pensiero sono attualissimi.