Laura Torrisi, Guenda Goria e Giorgia Soleri sono accomunate da una patologia, l’endometriosi. Questa patologia può essere definita come un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala, in questi organi, di cellule endometriali che, in condizioni normali, si trovano solo all’interno dell’utero.
Salute – L’utero è l’organo all’interno del quale si sviluppa la gravidanza: ogni mese si prepara ad accogliere un eventuale embrione, rinnovando regolarmente l’endometrio, nonché il tessuto che si trova nella parte più interna dell’utero stesso. Quindi, per effetto degli ormoni secreti dalle ovaie durante il ciclo mestruale (estrogeni e progesterone), l’endometrio va incontro ad una serie di cambiamenti che lo portano a proliferare fino a stabilizzarsi, così da garantire la presenza costante di un ambiente adatto all’impianto dell’embrione. Se non dovesse esserci la fecondazione dell’ovulo, l’endometrio si disgregherà, con conseguente sanguinamento, dando quindi origine alla cosiddetta mestruazione. Il tessuto endometriale può essere coinvolto in varie patologie, tra cui l’endometriosi.
Di cosa si tratta?
L’endometriosi è una condizione ginecologica benigna, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale in organi diversi dall’utero o in porzioni non appropriate dell’utero stesso. Questo tessuto endometriale anomalo (definito ectopico) subisce, ad opera degli estrogeni prodotti dall’ovaio durante l’arco del ciclo mestruale, le stesse modifiche dell’endometrio uterino fisiologico (quindi una fase di crescita/proliferazione e una di disgregazione e sanguinamento): ciò rappresenta la causa dei sintomi e dei segni clinici che contraddistinguono l’endometriosi.
Questa patologia è caratterizzata da un’ampia variabilità dal punto di vista clinico: può causare infatti sia uno stato infiammatorio cronico a carico dell’apparato genitale, che a livello di organi circostanti, avendo in quel caso un coinvolgimento multiorgano.
L’endometriosi si classifica quindi in:
Endometriosi interna: quando è unicamente localizzata a livello della tonaca muscolare uterina (miometrio);
Endometriosi esterna: quando si riscontra anche in corrispondenza della pelvi (ovaie, tube, retto, ureteri) o al di fuori di essa (appendice, intestino tenue, reni, polmoni).
La più comune è l’endometriosi esterna e interessa soprattutto le ovaie.
Solo in una bassa percentuale l’endometriosi è asintomatica, nella maggior parte dei casi i sintomi più comuni con cui si manifesta con dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale (dismenorrea) e nel periodo dell’ovulazione; sono poco responsivi ad antinfiammatori e sempre più crescenti e invalidanti nel tempo e dolori pelvici cronici intermestruali e dolori pelvici nei rapporti sessuali (dispareunia)
Nei casi in cui la condizione di endometriosi è presente anche a livello extragenitale, le pazienti possono presentare anche disturbi alla defecazione o alla minzione, anch’essi associati soprattutto alla fase mestruale.
Come si effettua la diagnosi ?
E’ possibile diagnosticarla attraverso una visita ginecologica, durante la quale si raccolgono i sintomi riportati dalla paziente, si valuta la sua storia clinica e si procede con la diagnostica per immagini, in primis facendo una ecografia transvaginale/trans-rettale per valutare la presenza di endometriosi nella parte bassa della pelvi, alla quale può seguire un approfondimento con risonanza magnetica, TAC ed esami del sangue per avere un quadro della situazione più completo. In caso di endometriosi sarà quindi possibile procedere nei seguenti modi:
stabilire una terapia che si si avvale di farmaci chiamati agonisti del GNRH, che bloccano la produzione da parte dell’Ipotalamo del GNRH, un ormone che stimola il funzionamento dell’Ipofisi, la quale, a sua volta, favorisce la produzione di estrogeni a livello ovarico. Questi farmaci inducono una menopausa temporanea, consentendo un calo degli estrogeni che altrimenti causerebbero una continua attivazione dell’endometrio ectopico. Tuttavia l’assunzione di questi medicinali potrebbe comportare tutte le conseguenze di una menopausa vera e propria: secchezza vaginale, perdita di calcio, vampate, ecc.
Nei casi più complicati, sarà valutata la possibilità di effettuare anche un intervento chirurgico per rimuovere il materiale endometriale ectopico.
Lo Stile di vita può aiutare
Uno stile di vita adeguato, caratterizzato da un esercizio fisico regolare e da una particolare cura nei confronti dell’alimentazione, può fare la differenza per contenere i sintomi di questa patologia. In particolare non dimentichiamo che l’endometriosi si nutre di estrogeni che già sono prodotti naturalmente dal nostro corpo. E’ quindi importante eliminare cibi carichi di questi ormoni o derivati, così da evitare di aggiungere estrogeni che favorirebbero la crescita dell’endometrio ectopico, in modo da ridurre l’infiammazione e la produzione endogena degli estrogeni stessi.
In particolare è bene evitare: Soia e derivati, Salumi e insaccati, Peperoncino, Alcolici/birra, Caffeina, Carne rossa, Farina di Tipo ‘00, Formaggi freschi contenenti lattosio, Avena, Segale, Zuccheri e dolcificanti, bibite gassate.