Psicologia – “SorprendenteMente”, la nostra mini-rubrica di psicologia, ritorna oggi con un argomento che fa riferimento al cosiddetto “effetto Hawthorne”
Che cos’è? In estrema sintesi è un cambiamento comportamentale che si attua quando c’è la consapevolezza di essere osservati. Ma vediamolo insieme.
La cosa venne fuori dagli esiti di una ricerca condotta tra il 1924 e il 1927 dai sociologi Elton Mayo e Fritz J. Roethlisberger. In quell’occasione, i due condussero degli esperimenti per valutare la produttività dei lavoratori cercando per la prima volta una correlazione tra la stessa e l’ambiente di lavoro. I diversi esperimenti effettuati ebbero sede nello stabilimento della Western Electric di Hawthorne di Chicago (da cui prende il nome) ove si valutarono le differenze di produzione in correlazione ai cambiamenti ambientali e dove, inaspettatamente si scoprì che la variabile di produzione era collegata alla consapevolezza di essere “sotto osservazione”. La parte innovativa per l’epoca fu il pensare per la prima volta che, in un sistema di lavoro in cui anche le persone erano considerate “parte dell’ingranaggio”, si dovesse invece, valutare l’intervento di un’altra variabile, ossia il fattore umano. Con questo termine si indica “il complesso dei fattori psicologici latenti che condiziona il comportamento manifesto dei soggetti”
Questi studi, però dimostravano che, in quel determinato ambiente lavorativo, l’essere osservati migliorasse le prestazioni, tuttavia ciò non può essere esteso in altre circostanze e soprattutto in determinati contesti dell’attualità. Esso può manifestarsi durante un esperimento e/o può verificarsi anche laddove l’attività da svolgere non sia particolarmente complessa, ma è altamente possibile, invece, che in altre circostanze, l’essere osservati comporti delle reazioni i cui risvolti portino a risultati negativi. A quanti di voi è capitato di sentirsi osservati e di non riuscire a fare in modo adeguato una qualsiasi azione in cui normalmente si eccelle? Ebbene si. È proprio perché si ha timore del pensiero altrui e della possibile immagine di Sé che si sta fornendo all’altro. Quindi se da un lato, sotto osservazione, si migliora la produttività, allo stesso modo, dall’altro si peggiorano le prestazioni cosa cambia? La percezione ed il vissuto da parte del soggetto osservato. Infatti, nel caso degli operai di Hawthorne, i soggetti si sentivano “importanti” perché, “scelti”, e necessari al lavoro dei ricercatori e dei supervisor. Ciò li aveva portati ad impegnarsi molto di più anche per soddisfare le aspettative dei ricercatori, dimostrando loro le proprie capacità e generando, di conseguenza, un effettivo incremento della produttività. Viceversa, quando ci si sente osservati perché “sotto esame” ai fini di un giudizio e non per una collaborazione, il rendimento scarseggia rispetto al potenziale.
“Siamo in un modo quando siamo da soli, in un altro quando stiamo vicino a qualcuno e in un altro ancora quando il potere ci osserva” (Lucas Rigattieri) Voi siete d’accordo?