L’argomento che proporrò oggi per la mini-rubrica “SorprendenteMente” riguarda un classico esempio di bias psicologico che si riscontra nella quotidianità. Proprio stamane mi è capitato di sentire delle persone che parlando ad alta voce, una delle quali, con tono ammirato, ha detto: “la ragazza che mi leggeva la mano mi ha detto due o tre frasi che mi hanno descritto proprio come sono, veramente e non mi conosceva, non ci siamo mai incontrati”.
Signore e signori, vi presento l’effetto Barnum, detto anche effetto Forer. Al di là della sacrosanta libertà di pensiero, di religione ecc., ci sono delle oggettività che vanno sottolineate. Poniamo il caso che una persona (qualunque) si offrisse di leggervi la mano e durante la “performance” dichiarasse di aver “letto” il vostro essere, descrivendolo come appartenente ad una persona intelligente, con doti che vanno oltre l’apparenza, che tiene alle persone che ama e capace di comprendere gli altri. Per onestà intellettuale va detto che quasi tutti direbbero di essersi riconosciuti in tale descrizione. Allo stesso modo, alcune persone approcciano a tante altre circostanze con la stessa predisposizione, come per esempio, la lettura dell’oroscopo e la chiaroveggenza ed. È doveroso esplicitare che una persona che mistifica di possedere capacità soprannaturali osserverà il vostro linguaggio, soprattutto quello non verbale e vi manipolerà facendo sì che le sue frasi siano inconfutabilmente “adattabili” alla vostra persona così che cominciate a dare credito alle se parole, fino a farvi convincere. Orbene, questa manipolazione, in soldoni, sfrutta ciò che la gente vuole vedere. L’accorgimento adoperato è tanto semplice quanto efficace e consta nell’utilizzare frasi tendenzialmente aperte e far si che i processi cognitivi del soggetto si lascino manipolare facendo tutto il resto del lavoro, ossia aggiungere i dettagli che mancano per far calzare quelle parole alla propria situazione. A tal proposito, un particolare spunto di interesse quanto di riflessione è stato il rilevare che la maggior parte delle volte si tratti di vissuti relazionali. Ciò detto, il meccanismo appena descritto si basa sui cosiddetti “bias” psicologici, una sorta di distorsioni, che portano a accettare descrizioni vaghe, generalizzate e sommarie dando loro credito al punto da renderle significative. Nel caso dell’effetto Barnum, la possibilità di riuscita si basa su due fattori che agevolano l’inganno: i bias che si creano in relazione alla conferma e quelli concernenti l’autorità. In pratica, per “convincersi” del “prodigio” basta che ci sia un fattore che ci dia indizio di corrispondenza e credibilità che il bias della conferma entra in azione. Per esempio, riguardo la conferma, se la suddetta veggente dice “nella tua vita c’era una persona importante” immediatamente l’individuo in questione fa un’associazione di natura logico-emotiva e trova l soggetto “corrispondente” a quanto indicato, a “conferma” che si stia parlando proprio della sua vita. Un esempio diverso ,a altrettanto efficace riguarda gli acquisti: se si compra qualcosa di costoso di cui non si è convinti, ci si rassicura sottolineando che non lo si sarebbe più trovato, o non era proprio ciò che avevamo cercato o qualunque altra cosa che possa confermare di aver fatto la scelta giusta. Esso consta, dunque nel porre maggiore attenzione alle informazioni che confermano le proprie convinzioni ignorando gli altri elementi oggettivi.
Riguardo il cosiddetto bias dell’autorità, invece, si tira in ballo il riconoscimento irrazionale dell’autorità che ha fornito la propria “visione”, ossia ci si relaziona all’idea del livello di competenza che si attribuisce a chi si è pronunciato facendo un vero e proprio “dictat” delle sue espressioni. A tal riguardo, un esempio attuale è quello dei cosiddetti “influencer” il cui nome,ahimè, non è un caso.
Ma da dove viene il nome Barnum e il nome Forer? Ve lo dico subito.
Phineas Taylor Barnum era il fondatore di un circo in cui vi erano le più varie attrazioni finalizzate a far sì che ogni spettatore potesse gradire particolarmente qualche numero tanto da arrivare a pensare che fosse stato creato appositamente per lui. Questo personaggio usava molto interloquire con il suo pubblico per carpire gusti, preferenze o informazioni utili e le illusioni e le mistificazioni adoperate furono spunto per le osservazioni dello psicologo americano Bertram R. Forer che provò la sua teoria verificando le reazioni dei propri studenti. Nei fatti, chiese loro di sottoporsi ad un test di personalità a cui avrebbe seguito una restituzione consistente nella descrizione della personalità di ogni singolo allievo, che, a sua volta, avrebbe dovuto valutare con un voto da 0 (scarso) a 5 (eccellente) l’accuratezza dell’analisi. Udite, udite, Il risultato delle votazioni ebbe una media di 4,26, ma Forer rivelò ai suoi studenti di aver “stilato”un solo profilo psicologico consegnandolo a tutti indistintamente. Questo interessante documento in originale è “The Fallacy of Personal Validation: A Classroom Demonstration of Gullibility” Altra cosa significativa, ma non nota a tutti, è il fatto che Forer, per elaborare il profilo da presentare ai suoi allievi, si rifece a frasi contenute in varie riviste di oroscopi e simili. e.. “voilà”!