Finalmente arriva il fine settimana! Stanco della settimana lavorativa, potresti aver programmato di dormire fino a tardi per recuperare le notti troppo brevi. E’ una buona idea?
Salute – Meno di sette ore di sonno ogni 24 ore durante la settimana è ormai la norma per molti adulti (e adolescenti) in Italia e in molti altri paesi del mondo, ed è insufficiente per una buona ripresa, come ricordato dal Public Health France in una pubblicazione del 2019, sulla base dei dati raccolti nel 2017 da oltre 12.000 francesi tra i 18 e i 75 anni.
Secondo questo vasto studio, più di un quarto di questi adulti si trova in una situazione di indebitamento del sonno e quasi uno su cinque in “gravi debiti”. Con potenziali conseguenze ben documentate: sonnolenza, perdita di concentrazione, disturbi dell’umore, capacità di giudizio, ecc.
Ma anche a lungo termine, aumento del rischio di malattie cardiovascolari, ictus, diabete o ipertensione e molto alro.
Per compensare questo debito di sonno durante la settimana, la tentazione è quella di aumentare il tempo di sonno durante i fine settimana. In altre parole: dormire. Ma questo atto di buon senso fa davvero bene alla salute?
Dormire: un desiderio o un’esigenza?
Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Sleep Research nel 2018 e condotto su una coorte di 43.000 persone seguite per 13 anni, ad esempio, ha concluso che “il tasso di mortalità nei partecipanti con sonno breve durante la settimana, ma sonno lungo durante il fine settimana , non differiva dal tasso del gruppo di riferimento” a orari di sonno regolari. Quindi questo jet lag sociale non aumenta il rischio di mortalità. Questa è già una buona notizia!
Ma ha altre conseguenze: come sapete, il sonno ristoratore è quello dell’inizio della notte, quello del mattino lo è meno, perché questo momento è caratterizzato da un aumento della temperatura corporea e dalla secrezione di cortisolo (“ormone dello stress”), aumento è programmato dall’orologio biologico.
Inoltre, credendo di “recuperare” il sonno mancato prolungando il sonno al mattino, disturbiamo la sincronizzazione dell’orologio biologico che necessita di segnali regolari, in particolare gli orari di coricarsi e, soprattutto, di alzarsi.
Questa interruzione cronica è associata a un aumentato rischio di sonnolenza, affaticamento diurno, umore basso durante la settimana e persino lo sviluppo di malattie cardiovascolari.
La regolarità è la chiave
Per combattere efficacemente la mancanza di sonno, sembra quindi preferibile puntare sulla regolarità dell’ora della nanna e dell’alzarsi, sia durante la settimana che nei fine settimana.
Se ti svegli stanco, inizia aumentando il tempo trascorso a letto andando a letto prima e disconnettendo gli schermi almeno due ore prima di andare a dormire e non prolungando le ore di sonno al mattino.
La completa oscurità nella tua camera da letto ti aiuterà anche ad addormentarti più velocemente e a dormire meglio. Se ciò non bastasse, opta per un pisolino nel primo pomeriggio. Mezz’ora, non di più, per evitare anche lì troppo “jet lag”.