Il romanzo è una sorta di diario, di testamento affettivo dedicato alla figlia, che l’autrice ha voluto scrivere dopo essere venuta a conoscenza di essere ammalata di cancro.
Come d’Aria di Daria d’Adamo, premio Strega per la narrativa anno 2023, s’impone fin dalle prime pagine come un libro pieno di sgomento, “uno stato d’animo complesso, pieno d’ansia, di turbamento, di trepidazione e di smarrimento”. Fin da subito ti cattura in una lettura che diventa identificazione tra te, che scorri tra le righe la vita dell’io narrante, e l’autrice stessa. Vorresti non continuare a volte l’immersione nel suo mondo e dilemma, vorresti fuggire via dal suo dolore incommensurabile che permea le pagine, ma poi la tua humanitas ti costringe a continuare come fosse un dovere riuscire a comprendere il mondo sommerso ed ineludibile in cui ha vissuto.
Come d’Aria, per il tema dolente e complesso e per lo stile fluido ed intimo che accompagna gli occhi del lettore sulle parole, va diritto al cuore ed offre l’opportunità di entrare nel mondo dei genitori di figli diversamente abili.
L’autrice, madre di Daria, si racconta e narra del suo rapporto con la figlia, analizzando i suoi sentimenti e tutte le situazioni che hanno accompagnato la sua vicenda sentimentale prima della nascita della sua bambina, non omettendo nulla, tantomeno le sue responsabilità.
Il flusso di coscienza non tiene conto solo del filo cronologico, ma opera dei rimandi al passato e proiezioni verso il futuro.
Il romanzo è una sorta di diario, di testamento affettivo che l’autrice ha voluto scrivere dopo essere venuta a conoscenza di essere ammalata di cancro. Il legame simbiotico tra la madre e la figlia trasforma radicalmente Ada, ballerina di danza classica immersa nel bello e nella leggerezza della musica. La mancata diagnosi preventiva conduce alla nascita della figlia, affetta da una grave forma di disabilità. L’autrice affronta con coraggio tutte le tematiche legate all’aborto terapeutico, affrontando anche la questione morale. La D’Adamo ci fa entrare nel mondo della disabilità, parallelo alla cosiddetta normalità, con il suo linguaggio delicato e veritiero che inghiotte chi legge come in un vortice e lo sgomento diventa la sua forza.