Stretta del Governo sul bonus 110 per l’efficientamento energetico, si va verso la riduzione dei beneficiari del provvedimento
Politica e dintorni – Il bonus 110% come il reddito di cittadinanza, si va verso la riduzione progressiva di beneficiari, di un altro dei provvedimenti simbolo dell’era Conte.
Il Governo Meloni ha difatti deciso di eliminare le modalità dei crediti e sconto in fattura giustificando il provvedimento la motivazione di una spesa non più sostenibile per lo Stato italiano, e con le numerose truffe compiute allo scopo di assicurarsi i fondi previsti per l’efficientamento energetico degli edifici, o peggio ancora effettuando lavori non a norma.
Immediate e prevedibili le reazione dell’opposizione, in particolar modo dal leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte che rivendica, oltre alla paternità l’utilità della legge, viste le numerose ripercussioni positive degli interventi correlati all’edilizia, quali un incremento dei posti di lavoro nel settore, oltre ai benefici per una parte del patrimonio edilizio italiano, di certo con un età non più trascurabile, visti anche i rincari delle materie prime ed energetiche esplosi con l’inflazione galoppante, la guerra in Ucraina e la relativa speculazione.
Alle proteste di carattere politico si sono unite quelle “tecniche” degli addetti ai lavori, e cioè imprenditori edili ed associazioni di categoria, che visto il rischio di vedere ridotti gli introiti minacciano lo sciopero generale qualora il Governo non faccia marcia indietro su tale decisione.
Se dovesse essere confermata la linea dell’esecutivo ed il Bonus 110 dovesse avviarsi verso la riduzione occorrerebbe fare le stesse riflessioni poste sul reddito di cittadinanza, non tanto sulla sua opportunità o legittimità, ma sulle modalità con cui è stato approvato e sui suoi punti deboli, riflessioni dovute poiché come già accaduto in passato per altre riforme storiche del ‘900.
Esempi sono l’abolizione di leggi come Merlin, che di fatto ha messo fine alla prostituzione legale nel nostro paese non contemplando il rischio di riempire strade e piazze di prostitute libere di esercitare le loro “prestazioni” anche in pieno giorno e di esporre le prostitute stesse al rischio di malattie o peggio ancora di maniaci e malintenzionati, o la Legge Basaglia del 1978 che nella sua nobiltà di intenti, ha si posto fine ad un regime di internamento dei malati psichici non tenendo conto di una valida alternativa in quanto il TSO in quanto spesso non risolutivo, facendo capire che la soluzione giusta non è abolire una legge fatta male ma riformarla.