Ritorna puntuale la nostra mini-rubrica “SorpendenteMente” che anche oggi darà il proprio contributo all’interessantissima rivista “plus- magazine”. L’argomento di discussione è una cosa che purtroppo mette in evidenza il fatto che l’evoluzione della specie umana abbia avuto un deragliamento e che “l’optimus” sia un’utopia.
Tutti hanno sentito parlare del Body shaming, termine inglese che, in sintesi, rimanda al concetto di voler fare vergognare qualcuno per il proprio aspetto estetico utilizzando verbalizzazioni e/o atteggiamenti tesi a mortificare una persona deridendola e mettendola in ridicolo. Questo solo per una questione estetica. Praticamente qualunque “DIFETTO” si abbia, questo verrà messo sotto i riflettori e gettato in pasto ad una massa di gente che inveirà contro il soggetto preso di mira. È proprio il caso di sottolineare che la maggior parte della gente che “partecipa” a questa inqualificabile aggressività lo fa da dietro uno schermo. Eh si: è facile nascondersi dietro un pc e lanciare veleno. In ogni caso, la questione sulla quale volevo soffermarmi è l’ultima “genialata” di un social network. Premesso che, come ho sempre sostenuto, la tecnologia sia cosa buona, ma il problema è l’uso che se ne fa, è importante comprendere che la viralità di un video e/o un commento è veramente fulminea. Questi veri e propri insulti, a volte sono velati e sottili, altre volte, invece, sono crudi diretti e ricchi di un’aggressività tale da far accapponare la pelle. La cosa a cui mi riferisco è una “challenge” che si chiama Boiler summer cup. In pratica, si tratta di una specie di sfida che richiede queste modalità: andare in qualche locale, individuare una ragazza in sovrappeso o obesa, fingere di essere interessati a lei, abbordarla, fare un video della stessa mentre balla e pubblicare il video della “performance” di ballo della ragazza a cui si darà l’etichetta di “bioler”. Per chi non lo sapesse, “boiler” in inglese vuol dire “scaldabagno”. In merito a quanto appena descritto, le cose gravissime sono tante, ma la preoccupazione è relativa al fatto che queste modalità stanno spopolando sui social network. Ma dove finirà l’autostima degli adolescenti? Che cosa stiamo insegnando alle generazioni che rappresentano il nostro futuro? Ci rendiamo conto che i fatti di cronaca ci mettono di fronte al fatto che i valori sani si stiano perdendo perché calpestati da superficialità, aggressività e materialismo? Queste evidenze rivelano il dilagare di un’ignoranza primitiva che sta esondando senza freni. Vedere adolescenti che dichiarano di “aver aura” di frequentare locali e “zone in” perché non si sentono all’altezza o per timore di essere presi di mira e “publicati” in situazioni imbarazzanti è veramente spaventoso. E guardate che ce ne è per tutti: alti, bassi, magri, con occhiali, con apparecchio per i denti, con troppi capelli, con pochi capelli ecc. è il dettaglio che messo sotto la lente di ingrandimento viene amplificato nel suo essere e soprattutto nella sua valenza. Praticamente quello che può e dovrebbe essere definito come una “caratteristica” diviene invece la croce rossa su cui sparare. Alla fine si tratta di una sorta di bullismo che però cerca di camuffarsi dietro la scusa dello “scherzo”. Per fortuna questa cosa ha i giorni contati in quanto si potrà procedere per vie legali. Se siete stati vittime delle modalità finora descritte o comunque di qualcosa che vi ha creato disagio, rivolgetevi ad un professionista: non lasciate che persone che si nascondono dietro uno smartphone vi privino della serenità e dell’autostima. A tale proposito, voglio sottolineare che, per nascondersi dietro uno smartphone, si deve essere davvero piccoli.
Riflettiamo, gente, riflettiamo.