La Chiesa ed il mondo piangono Benedetto XVI al secolo Joseph Aloisius Ratzinger il conservatore riformista

Politica e dintorni – Il 2022 si chiude con una tragica notizia per la Chiesa cattolica ed il mondo della cultura, il 31 dicembre Benedetto XVI, il Papa emerito si è spento nel convento di Mater Ecclesiae dove risiedeva dal lontano marzo 2013, immediatamente dopo le sue dimissioni annunciate l’11 febbraio dello stesso anno.

Da molti considerato un Pontefice conservatore per via delle sue posizioni moderate e tradizionaliste sui temi etici, per altri aspetti può considerarsi un riformista, innanzitutto per alcune sue idee espresse nella sua opera del 1968 Introduzione al Cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico, dove parla di Fede in questi termini: “evitare che il Cristianesimo si riduca ad una somma di idee, a una filosofia o teologia, ma resti ciò che è: esperienza di Dio e comunione di vita con Dio. In forza del suo carattere di partecipazione alla vita di Dio, il Cristianesimo è una Persona: non si può diventare “consorti” del Dio personale senza essere persone che diventano Persona”.

Altro esempio del suo spirito riformista può essere ritrovato nella sua partecipazione attiva nel Concilio Vaticano II, evento esattamente antitetico ad un pensiero conservatore, tentativo operato dall’animo rinnovatore di Papa Giovanni XXIII di rendere la Chiesa Cattolica più vicina e comprensibile alla gente senza snaturare il messaggio evangelico ed i valori essenziali del Cristianesimo.

Ma dove si evince di più lo spirito conservatore riformista di Benedetto XVI è stato appunto in occasione dell’11 febbraio 2013, giorno in cui stupendo il mondo ha abdigato dal trono papale, rompendo una tradizione ultrasecolare che durava da oltre 600 anni, in realtà già alcuni suoi immediati predecessori avevano firmato preventivamente le dimissioni per i più svariati motivi, nessuno di loro però ha mai attuato concretamente tale decisione, nemmeno San Giovanni Paolo II, che negli ultimi anni ormai divorato dalla malattia aveva perso il controllo sulla Curia romana ed i malaffari compiuti al suo interno.

Concludendo, di Benedetto XVI per il suo essere timido e schivo si può avere una considerazione molto divisiva, o lo si amava o lo odiava, ma del suo intelletto e del suo tentativo di dare una scossa alla Chiesa, una scossa silenziosa e radicale, seppur riuscita a metà è stata ammessa anche dai suoi maggiori detrattori, e la portata del suo gesto sarà compresa sempre di più con l’avanzare degli anni, se non dei decenni.

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