Benessere – Fare attività fisica fa sempre bene? La risposta è: ASSOLUTAMENTE SI.
Fa bene se praticata con costanza, con attenzione e, soprattutto, se guidati da professionisti del settore. Fa bene per tutte le età, sia per i più giovani che per la cosiddetta “terza età” … ma andiamo a vedere il perché.
Come già trattato in precedenti articoli, in età giovanile, la nostra colonna vertebrale inizia a prendere quella forma che poi si stabilizerà in quella che sarà la struttura finale. Durante questa fase di crescita, le curve fisiologiche cioè “lordosi” e “ cifosi” e la nostra colona in generale, possono subire dei mutamenti purtroppo negativi e sentiremo quindi parlare di ipercifosi, iperlordosi, asimmetrie del bacino, scoliosi, tutte patologie alle quali possiamo porre rimedio (per la scoliosi, invece, ne parleremo nel prossimo articolo). Il rimedio è molto semplice: lo sport.
Fin da bambini dobbiamo educare i nostri figli ad amare lo sport. Lo sport, fatto con determinati criteri, aiuta il bambino in una crescita armoniosa del proprio corpo, aumenta la produzione di endorfine (le endorfine danno quella sensazione di benessere), riduce lo stress, gli stati d’ansia. Praticare dello sport ci aiuta ad essere più pronti nelle attività quotidiane, aiuta chi è introverso ad aprirsi verso gli altri e può aiutare a migliorare il rendimento scolastico.
A tal proposito è fondamentale che sia il bambino a scegliere quale attività praticare, quale sia per lui la più gratificante e non meravigliamoci se, soprattutto da piccoli, cambiano spesso idea su cosa fare, su quale sia lo sport più “bello”, l’importante è che non abbandonino mai l’idea di praticare una sana attività fisica.
C’è un fattore però che, personalmente, reputo sia di fondamentale importanza; ritengo che sia fondamentale che, ognuno di noi, insegnanti ed istruttori sportivi (chi scrive è un allenatore di rugby), dovrà essere capace di insegnare ai propri atleti, non solo i gesti tecnici ed i fondamentali della propria disciplina, ma curare tutto ciò che riguarda gli schemi motori di base, le capacità coordinative e propriocettive. Solo in questo modo potremo essere di auto ai nostri ragazzi ed avere, in futuro, allo stesso tempo, dei veri atleti.
Vediamo ora, invece, quanto sia importante, in età adulta e nella fase della terza età. In primis, come già detto, per una situazione di benessere, in secundis per far si che, lo stress lavorativo e la sedentarietà non ricadano sul nostro fisico e sul nostro stato d’animo. Mantenere una buona tonicità muscolare in età adulta, ci permette di rallentare i processi degenerativi a livello muscolo-scheletrico, ci mantiene attivi nella nostra quotidianità e migliora i rapporti di coppia. Fare attività fisica ci permette di accompagnare il nostro corpo verso la vecchiaia ed i conseguenti processi degenerativi tipici di questa fase. Arrivati nella fase della “terza età”, l’attività fisica diventa importante quanto quella che si fa da bambini. Infatti è scientificamente provato che, una regolare attività fisica, nelle persone anziane, riduce sensibilmente l’uso dei medicinali.
Andare in palestra, per un anziano, significa sentirsi ancora attivi, avere la possibilità di relazionarsi con
altre persone (ci sono dei corsi proprio per queste fasce d’età), migliorare la qualità della propria vita e
conservare, qualora sia possibile, una propria autonomia.
Quando un anziano deve praticare la sua attività in palestra? A differenza di un bambino o di un adulto che
può e deve gestirla in base alle proprie attività, per un anziano sarebbe preferibile praticare dei corsi nel
tardo pomeriggio. Questo perché (immaginiamo la quotidianità dei nostri nonni), al mattino sono dediti alle
attività quotidiane (spesa, posta, etc), nel primo pomeriggio abbiamo una fase di riposo, resta quella fascia
oraria pre-cena da riempire, quindi, il momento adatto per praticare un po’ di sport.
Chiudo l’articolo con una riflessione personale, come sempre dedicata ai nostri figli. Una riflessione fatta da
genitore e da uomo di sport: quando i nostri figli commettono degli errori e noi vogliamo tenerli in
punizione, non togliamo loro lo sport. Vedo spesso ragazzi privati dello sport come punizione ma, in questo
modo si sbaglia due volte. Lasciate noi allenatori essere di supporto attivo nell’educare i ragazzi, in modo da
farli crescere prima come uomini e poi come sportivi perché lo sport aiuta ad essere responsabili.
Ricordate “mens sana in corpore sano”.