Come si suol dire, “l’amore unisce” e anche Plus-Magazine ha fatto lo stesso: in questo numero, infatti tutte le rubriche si sono unite negli argomenti per lo Speciale dedicato a San Valentino. Ovviamente, anche la mini-rubrica “SorprendenteMente” ha dato il suo contributo con questo tema ove si parlerà dell’amore.
In psicologia sono stati tantissimi gli studi riportati nella letteratura scientifica di riferimento ed altrettanto vale per le definizioni. Vediamone alcune, che, a mio avviso sono molto interessanti.
Maslow, lo psicologo della “teoria dei bisogni” descrive l’amore distinguendone due tipologie: “l’Amore da deficienza” e “Amore per l’essenza dell’altro”.
L’Amore da deficienza è un amore immaturo, quello che si riscontra in adolescenza. È caratterizzato dall’idea di amore romantico, ma si basa su modalità relazionali il cui fulcro è una visione concernente unicamente il “rapporto a due”. Tale dinamica sottende la tendenza a compensare i propri “vuoti” con il partner attraverso un gioco di proiezioni ed introiezioni che spesso arriva alla dipendenza affettiva.
L’Amore per l’essenza dell’altro è invece una forma sana di relazione amorosa in quanto questa non è utilizzata per “colmare i vuoti”, ma è vissuta in modo maturo. La dinamica di coppia, infatti arricchisce la vita del singolo individuo riconoscendolo come “altro da sé”: è l’amore sano, che presuppone amore per sé stessi e maturità, in cui ci si arricchisce a vicenda sulle basi di un senso di completezza personale già consolidato. In realtà la prima fase dell’amore, quella dell’innamoramento, rimanda un po’ a quel rapporto duale pocanzi descritto, ove la coppia vive “il mondo a due” allontanandosi da “gli altri” e dai propri interessi. In un’ottica sistemico-relazionale si parla di coppia fusionale dove vi è una idealizzazione dell’altro che viene interiorizzato e vissuto come parte di se stessi.
Attenzione, però: questa fase è sana solo se limitata nel tempo. A questo punto dovrebbe seguire la fase II, detta “fase di transizione”. Durante tale periodo, infatti, avviene un cambiamento nella percezione del partner in quanto le sue caratteristiche emergono a dispetto delle aspettative. Chiariamo che il/la partner non è cambiato/a: le esigenze e le aspettative ed i desideri di cui lo/la si era investito/a fornivano una visione incompleta e sicuramente poco realistica della sua personalità. A questo punto, se si supera questo step, si arriva alla terza fase: quella propria dell’amore.
Conditio sine qua non sono l’accettazione dell’altro in modo incondizionato, la capacità di condivisione e la comunicazione sana, ove si esprimono bisogni, esigenze e critiche costruttive. Un’altra teoria interessante è quella di Elaine Hatfield (Elaine Hatfield et. Al.) che distingue solo due tipologie di amore: Amore compassionevole e Amore appassionato. Il primo è basato su sentimenti che rimandano ad un legame caratterizzato da rispetto, affetto e fiducia e si sviluppa in questo senso. L’amore appassionato, invece, si rivela caratterizzato dalla tensione delle emozioni e comprende una certa intensità del sentimento, attrazione sessuale ed uno stato di ansia legata all’idea della relazione. A tale stato si profilano due possibilità: se l’amore viene ricambiato c’è uno stato di benessere che comprende momenti euforici, ma se esso non è ricambiato, ne conseguono frustrazione, sconforto e, in alcuni casi, disperazione. In ogni caso, secondo la studiosa, l’amore compassionevole si rivela più longevo dell’amore appassionato per il quale, solitamente si può approssimare una durata compresa tra i 6 ei 30 mesi. Hatfield, inoltre, afferma che quest’ultimo sia condizionato da altri fattori. Sembrerebbe che tale tipologia di amore si manifesti più facilmente se la cultura di riferimento incoraggia le relazioni amorose, se le rappresentazioni mentali dell’individuo sono soddisfatte dalle caratteristiche del soggetto in questione e se quest’ultimo attiva delle reazioni fisiologiche già solo con la sua presenza. Ovviamente, va da sé che l’ideale sarebbe l’insieme dei due tipi di amore, ma ciò, per Hatfield, si riscontra molto raramente ed io sottolineo che “raramente” non vuol dire “mai”.
Altra teoria particolare è “Il modello di amore della ruota dei colori” di John Alan Lee che ha paragonato l’amore ai colori e le differenze del sentimento alle combinazioni delle sfumature. Se può essere di vostro interesse approfondire, il libro si chiama “The Colours of Love”. Tenendo dunque presente che nei colori si distinguono quelli primari (rosso, blu e giallo), allo stesso modo Lee ha specificato tre stili di amore primario che ha denominato Eros, Ludos e Storge. Con Eros identifica un amore caratterizzato da una passione che comprende sia il campo fisico che quello emotivo: corrisponderebbe al rosso. Ludos rapresenta l’amore “giocoso” in cui lo scopo principale è ottenere benefici immediati e a breve termine; non necessita di impegno e spesso rifugge da troppa intimità: rimanda al colore blu.
Storge, invece, riguarda l’affetto naturale che si ritrova in relazioni familiari o di natura amicale: quella che oggi è definita la “friend-zone” e corrisponde al colore giallo. Come già accennato, combinando ueste tipologie di elementi amorosi, si possono ottenere stili secondari. Lee propone “L’amore ossessivo” (“mania”) che è formato da Eros e Ludos ed è caratterizzato da cambiamenti repentini e prevaricazioni: ovviamente non si parla di una relazione sana. Troviamo anche “l’amore realistico e pratico” (“Pragma”), formato da Ludos e Storge, che si basa su modalità eccessivamente dirette su dinamiche realistico-pratico ove le emozioni sono scavalcate dalla valutazione del livello di utilità della relazione. Infine, c’è “l’amore disinteressato” (“Agape”), formato dall’unione di Eros e Storge che è quella auspicabile in quanto può condurre alla felicità. Basato sul sentimento reciproco, la cura dell’altro e l’armonia della coppia.
A questo punto mi permetto di aggiungere che, a mio avviso, l’amore non va festeggiato solo una volta all’anno e vi lascio con una frase di Erich Fromm che trovo sempre attuale. “amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno”.