L’ultima sommossa dei ribelli fa cadere il regime di Bashar El Assad, assistiamo ad un’altra primavera araba in Siria.

Politica e dintorni – Dopo i tentativi respinti degli scorsi anni, la Siria vede cadere il suo presidente El Assad.

Dopo quasi dieci anni di pace dall’ultima guerra civile che ha insanguato la Siria, i ribelli jihadisti riescono a conquistare le principali città quali Aleppo e la capitale Damasco.

il presidente bashar e la sad riesce a scappare insieme alla famiglia, dopo le prime notizie confusionarie che lo avevano addirittura dato per morto sotto i colpi di rivoluzionari, si viene a sapere che si trova in Russia insieme alla famiglia dove ha usufruito dell’asilo politico offerto da Putin.

Proprio la Russia, attualmente impegnata nel sanguinoso conflitto in Ucraina, e che nello scorso decennio era stata una delle principali Nazioni alleate della Siria durante l’ultima guerra civile, evento che ha portato distruzione e morte oltre a un caos determinato dai possibili risvolti della vittoria da parte dei cosiddetti ribelli, ha potuto fornire un apporto limitato al presidente in carica, e proprio tra i ribelli tra si nasconde una buona fetta di estremisti islamici, i quali avrebbero potuto far regredire la Siria da un paese “moderno” del Medio Oriente, retto comunque da una dittatura feroce, all’ennesima arena in cui si fronteggeranno le varie etnie per il controllo del territorio.

Esempi lampanti della ingovernabilità di un paese arabo dovuta alla caduta del dittatore locale sono stati in ordine: Afghanistan, Iraq, Egitto e la Libia guidata da Gheddafi, di lì in poi le varie tribù etniche non hanno fatto altro che scontrarsi per stabilire chi dovesse esercitare il potere nelle regioni interessate

Come nel caso dei paesi poco fa elencati la terribile dittatura esercitata da El Assad a fronte della vera natura dei ribelli rischia di passare alla storia come l’ennesima opportunità persa di democratizzazione di un paese.

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