Di Carnela D’Auria
Rubriche – Alfredo e Milia Storia di quartiere. Questa è la storia di un grande amore e come tale, come in tutte le tragedie che si rispettino, le famiglie contrastavano le ragioni del cuore. Nessun suicidio, niente gesta eclatanti, solo la commedia della vita, che a volte dileggia i suoi protagonisti e poi li dimentica. ‘ Milia era una signorina di buona famiglia, contadina e ricca, un po’ svampita, logorroica, ma tremendamente simpatica, sempre elegante eccessivamente, tra frizzi e lazzi, con i capelli pettinati alla Ava Gadner e le unghie lunghissime e laccate di rosso, come la passione che si portava dentro. È stata una precorritrice della Nail art, indubbiamente. Alfredo era nullatenente e nullafacente, non per i Natali, ma per scelta, un po’ Humphrey Bogart in “Acque del sud”, con la camicia sempre scollacciata e mezza sigaretta sempre tra le labbra, che lo rendeva così interessante agli occhi di ‘Milia, che per lui avrebbe fatto qualunque cosa , ma la sua famiglia no. Per vent’anni li ho visti passare dietro casa, per recarsi alla messa delle undici, lungo il sentiero che dal nucleo industriale portava alla chiesa: lo avevo battezzato il ” sentiero degli innamorati”, da quando li vidi passare per la prima volta, più di trent’anni anni fa, per la prima volta e chiesi a mio suocero chi fossero. Nel tragitto, spesso, si fermavano tra il leccio e l’ ontano a scambiarsi frasi d’ amore semplici e sincere, lì dove ora sono rimasti sol i rovi a custodire le tracce dei loro passi. Col braccio che le cingeva le spalle, Alfredo la riaccompagnava verso la strada di casa, fin dove la madre della sua morosa non riusciva a vederlo e poi, alzando il bavero della giacchetta, si incamminava nella sua solitudine. In questi ultimi anni, qualche volta, infagottato in un cappotto di tre misure più grandi di lui, l’ ho visto percorrere quell’ antico tragitto che non porta più a niente, perché ‘ Milia, sempre più svampita, viveva ormai in un mondo confinante con quello reale, ma con regole diverse. L’ ultima volta che l’ ho vista non mi riconosciuta, ma mi ha fatto una carezza: portava ancora gli ormai radi capelli alla Ava Gadner e le unghie lunghissime laccate di rosso.E anche Alfredo continuava ad avere l’ aria di Humphrey Bogart, con la camicia sempre scollacciata, quando l’ ho rivisto nel campo degli zingari, che erano rimasti gli unici a farlo sedere al loro desco e a preparargli un pasto caldo. Niente epiloghi fatali, rocamboleschi , solo ordinaria tristezza, perché gli amori “speciali” non sono solo nei romanzi. Ad Alfredo e ‘ Milia, 14 febbraio 2022.