Un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno, ma esagerare può portare a conseguenze anche molto gravi, scopriamo insieme i benefici e non dell’alcol sul cuore

Salute – L’alcol è oggi uno dei maggiori fattori di rischio evitabili ed è una delle prime tre aree prioritarie di salute pubblica a livello mondiale. Sebbene solo la metà della popolazione mondiale consumi bevande alcoliche, l’alcol è la terza causa di malattia e morte prematura, prima del tabacco. L’alcol favorisce non solo le patologie non trasmissibili, ma anche quelle trasmissibili. In Europa, il 40% delle scadenti condizioni di salute e di morte premature sono causate da tre fattori di rischio “evitabili”: il fumo, l’alcol e gli incidenti stradali (che spesso sono a loro volta causati dal consumo di bevande alcoliche). Le lesioni alcolcorrelate sono tra le cause principali delle diseguaglianze di salute tra gli Stati Membri. I decessi sono 3.3 milioni e gli anni di vita persi 17 milioni. Il consumo di alcol favorisce circa 200 patologie differenti, fra cui diversi tipi di cardiopatie.


Alcolismo e Cuore


Da tempo è stato osservato come l’alcol etilico contenuto nel vino, nella birra, nei liquori se assunto in dosi lievi o moderate (da 1 a 3 unità alcoliche/die) dimostra un effetto protettivo nei confronti della aterosclerosi. Nella pratica un bicchiere di vino contiene 10 g di etanolo equivalente ad una unità alcolica. L’effetto protettivo di 1-3 unità alcoliche/die si è dimostrata capace di ridurre l’incidenza dell’infarto del miocardio acuto come pure un re-infarto in prevenzione secondaria.
Al contrario un aumento del numero di unità alcoliche induce un deciso incremento di coronaropatia aterosclerotica. L’assunzione giornaliera di 1-2 unità al giorno di alcol induce per l’effetto protettivo contro l’aterosclerosi una riduzione della mortalità per ictus ischemico; al contrario l’assunzione di dosi di alcol etilico superiori a quelle moderate comporta un incremento proporzionale del rischio di Tia (attacco ischemico transitorio), Rind (Deficit neurologico ischemico reversibile), ictus ischemico. Anche l’ictus emorragico da indagini epidemiologiche condotte hanno rivelato come nei forti bevitori che assumono almeno 5 unità di alcol al giorno l’incidenza di ictus è 4 volte superiore rispet to a chi non assume alcol.

Alcol e Pressione arteriosa

L’assunzione prolungata di bevande alcoliche contenenti almeno 40 g di alcol etilico determina un incremento dei valori di pressione arteriosa. Tale aumento dimostra un rapporto lineare per cui quanto più forte è l’abuso alcolico tanto più elevati risulteranno i valori della stessa.
È stato dimostrato come l’aumento dei valori di pressione arteriosa risulti essere un fattore indipendente nell’indurre ipertensione arteriosa rispetto ad altri fattori ipertensiogeni come fumo, obesità, stress psico-fisico, assunzione di sodio, l’alcol etilico poi è risultato un fattore che promuove una resistenza ai farmaci antipertensivi.
Altro importante rilievo clinico è quello di forti bevitori ipertesi che dopo sostituzione di bevande alcoliche normalmente assunte con altre a più basso contenuto di alcol etilico dimostrano una riduzione dei valori della pressione arteriosa nell’arco di poche settimane. Per ridurre il rischio cardiovascolare in soggetti con ipertensione arteriosa è indicata negli uomini l’assunzione di non più di 20-30 g di alcol etilico/die nei maschi e non superiore a 10-20 g/die nelle donne. Ancora meglio i valori di pressione arteriosa si riducono nel momento in cui si realizza la completa abolizione delle bevande alcoliche.
Per consumi elevati di bevande alcoliche è stato dimostrato un rischio elevato di ictus
emorragici, in tal caso l’ipertensione arteriosa svolge un ruolo patogenetico determinante.
L’alcol etilico aumenta i valori di pressione arteriosa tramite meccanismi tra lori correlabili: stimolo del sistema simpatico, attivazione del sistema renina angiotensina con conseguenti effetti ipertensiogeni della angiotensina II in eccesso.
La dislipidemia alcolica inducendo disfunzione endoteliale è un fattore associato di ipertensione arteriosa in quanto comporta una riduzione della sintesi e liberazione di N02 e conseguente minore vasodilatazione arteriosa versus la vasocostrizione arteriosa promossa
dall’ipertono simpatico e dalla angiotensina II in eccesso.
Sia l’ipertensione arteriosa sia l’associata dislipidemia alcolica con la conseguente aterosclerosi rendono conto dell’elevato rischio CV promosso dall’abuso alcolico e questo giustifica l’aumentata incidenza di cardiopatia ischemica e ictus cerebrale negli alcolisti. L’associazione di altri fattori di rischio cardiovascolari (diabete, fumo, obesità, ecc), moltiplicano il rischio di comparsa di eventi dannosi.
La dieta mediterranea, che prevede l’assunzione giornaliera media di 13 g di alcol etilico/die è stata ritenuta protettiva in quanto associata a una minore incidenza di cardiopatia ischemica e ictus cerebrale rispetto a regime dietetico a elevato introito alcolico. Nei diabetici per evitare l’effetto iperglicemizzante delle bevande alcoliche è permesso l’assunzione di non più di un bicchiere di vino ai pasti principali mentre è controindicata l’assunzione di vino o bevande alcoliche a digiuno per il rischio di ipoglicemia.


Alcolismo e Cardiopatie


Forti bevitori (assunzione di una dose di alcol etilico >80 g/die) per un periodo almeno di 10 anni conduce, pur con differente suscettibilità individuale, alla comparsa di un danno del miocardio che si presenta come una cardiopatia dilatativa progressiva alla cardiomiopatia alcolica. Alla base di tale grave complicanza gli effetti tossici dell’alcol etilico sul miocardio. Circa la patogenesi in animali di laboratori in vitro è stato osservato come somministrazioni acute di alcol etilico tramite la produzione di acetaldeide riduca la sintesi delle proteine contrattili del miocardio, mentre la cronica assunzione di alcol induca una alterazione delle fibre muscolari.
L’ingestione acuta di forti dosi di alcol etilico in alcolisti cronici espone, in assenza di una concomitante cardiopatia, a un rischio elevato di gravi aritmie soprattutto di fibrillazione atriale ad elevata frequenza ventricolare oppure con minore frequenza di tachicardie ventricolari che possono essere fatali.
In forti bevitori abituali, che assumono 6 o più unità alcoliche/die sono segnalate per un effetto tossico dell’alcol etilico sul cuore vari tipi di di aritmie; in questa condizione di assunzione cronica di alcol etilico il rischio pro-aritmico si è rivelato dose-indipendente.
Al netto le manifestazioni aritmiche rilevate in questa condizione sono risultate: fibrillazione atriale, flutter atriale, tachicardia sinusale, extrasistoli atriali la cui incidenza è risultata doppia rispetto ai non bevitori. Fattori associati con effetto pro-aritmico sono risultati l’ipertono simpatico, turbe elettrolitiche, in intervallo Q-T allungato a sua volta favorente tachicardia ventricolare del tipo “torsione di punta”.

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