Dopo l’approvazione da parte della Camera viene abolito l’abuso d’ufficio, novità anche per le intercettazioni
Politica e dintorni – La Camera dei Deputati approva il disegno di legge con su 301 presenti in aula in 199 hanno votato a favore, 102 invece i voti contrari, viene abolito l’abuso d’ufficio, novità in vista anche sul fronte delle intercettazioni.
Il provvedimento voluto fortemente dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio pone la fine ad uno degli strumenti giuridici più discussi negli ultimi anni, a sostegno della maggioranza di governo votano a favore anche i rifermenti di Calenda e Renzi, contrari Pd, M5S e Sinistra Italiana.
Il deputato di Italia Viva Roberto Giacchetti parla di di una riforma epocale, per altri si tenterà di mettere a freno di un utilizzo ad orologeria di molti provvedimenti giudiziari presi in determinati periodi, specie quelli elettorali, che poi si concludono in un nulla di fatto sollevando forti critiche sulla reale terzietà della magistratura.
A parere dei sostenitori questa legge questo non è altro che il primo passo verso la riforma principale, quella della separazione delle carriere dei giudici, oggetto di discussione già affrontato dalla Corte Costituzionale nel 2022 con voto contrario, ora l’obbiettivo sarà di quello di far passare la legge per la via principale, ovvero per il Parlamento.
Dalla parte dei contrari intervengono in primis l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che parla di una legge che favorisce l’illegalità, grazie all’approvazione dell’abolizione dell’abuso d’ufficio da una da un lato protegge i colletti bianchi e i mediatori di corruzione, dall’altro silenzia la stampa. A suscitare la contrarietà a questa legge inoltre è la possibilità che il ddl Nordio metta un freno all’utilizzo delle intercettazione in sede processuale, eliminando di fatto una delle prove più determinanti durante la fase di giudizio.
I due anni e mezzo che ci separano dalle nuove elezioni politiche ci diranno se il centro destra risurcirà dove non è riuscito nemmeno Silvio Berlusconi, e cioè una riforma radicale del sistema giudiziario.