Scultura e Fotografia della Diva del Cinema Gina Lollobrigida che si e’ spenta a 95 anni lo scorso 16 gennaio.
Non si e’ di certo spenta, pero’, la sua luce di grande diva del Cinema italiano e internazionale, e quella della sua arte, la Fotografia e la Scultura, cui si dedico’ una vita intera.
Come non ricordare la vena artistica che l’ha accompagnata da quando aveva 16 anni, come lei stesa ha dichiarato in diverse interviste. E in particolare di recente quando, ormai ferma dal cinema, ha confessato che per otto/ nove ore al giorno si teneva impegnata a creare le sue sculture, riempendo cosi’ il suo tempo e le sue giornate.
La sua carriera cinematografica iniziò per caso, quando i talent scout cercavano possibili attori tra la gente per strada. Fu fermata, infatti, un giorno davanti all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove, vincitrice di una borsa di studio, studiava pittura e scultura. Fu Vittorio De Sica, certo delle sue potenzialità artistiche, a convincerla a puntare sul cinema.
La Fotografia.
Dal 1959 Gina Lollobrigida ha associato alla professione di attrice, che le ha regalato una celebrità universale, anche un’intensa ricerca nel campo dell’arte fotografica, anch’essa molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo. Con la sua macchina fotografica, durante innumerevoli viaggi e con straordinari incontri, ha mostrato il suo talento nel rappresentare luoghi, vicende umane, contesti culturali e antropologici tra i più disparati.
Le sue più celebri composizioni fotografiche di bambini e animali sono state raccolte nel volume The wonder of Innocence (1994), costate all’artista più di 14 anni di lavoro a partire dagli anni settanta e che con ironia ed originalità anticipano tecniche compositive che in seguito diventeranno prerogativa del computer.
Gina Lollobrigida ha pubblicato otto libri di fotografie (nel 1973, il suo volume Italia mia ha ricevuto il premio Nadar come il miglior libro fotografico dell’anno, con più di 300mila copie vendute nel mondo) e ha diretto tre documentari artistici: uno su Fidel Castro nel 1974, uno su Indira Gandhi nel 1976 ed uno sulle Filippine di 2 ore in 35 mm.
La Scultura.
Frequento’ artisti come Francesco Messina, Giacomo Manzù, Ilia Glazunov, Giorgio De Chirico, Salvador Dalì, Jacob Epstein. Quando le chiedevano di posare per loro, lei, lusingata, accettava, ma osservava con attenzione il loro lavoro, cercando di carpire il segreto del loro talento e della loro arte. Dal 1990 ha ripreso in pieno la sua attività di scultrice, che aveva trascurato per il cinema, modellando più di sessanta sculture, di cui alcune in marmo, e frequentando la Fonderia Brustolin, famoso ritrovo di artisti. La Lollo fu una delle star che, per la sua vocazione alla scultura, arrivata dopo i grandi successi al cinema, trovò a Verona, nella fonderia Brustolin, il suo riferimento per le grandi opere in bronzo realizzate dalla fine degli anni Ottanta.
Salutiamo l’immortale Bersagliera d’Italia, resa celebre dal Cinema ed eterna dalla sua Arte.