“Mente e Cuore. Processo a Federico Capone” è l’esordio editoriale di Gianluca Camerlengo.
Libri – Un lungo e voluminoso processo quello che apre Camerlengo nella società dell’Irpinia di fine 800, con questo racconto che, come contenuto nel titolo, narra della storia di un processo per omicidio.
Il Libro.
Nel giorno dieci gennaio ultimo nella strada Mulattiera in Altavilla Irpina fu invenuto cadavere Francesco Camerlengo, contadino di quel comune”. Così inizia il compendio del processo n. 60 del registro generale del 1882 tenuto nel tribunale Regio di Corte di Assise di Avellino. Imputati Antonio Dente, fu Aniello e fu Carmina Fierro, Giuseppe Vardaro, di Saverio e fu Carmina Criscitelli, e Federico Capone, proprietario di Altavilla Irpina.
Una realtà caratterizzata dal dominio economico, e quindi politico e sociale, del notabilato locale, intorno al quale ruotava il mondo agricolo, produttivo della zona, e, con esso, la vita e il destino della povera gente. I protagonisti della vicenda sono appunto questi uomini. Il potente Capone, personaggio ecclettico, imprenditore illuminato e geniale proprietario delle Miniere di Zolfo di Altavilla Irpina, deputato del Regno d’Italia oltreché notevole mecenate e generoso filantropo. I suoi guardiani, Francesco Camerlengo e Giuseppe Vardaro. E Antonio Dente, uno che aspirava ad esserlo, proprio al posto del sopracitato Francesco, ma che in realtà era solo un piccolo delinquente del posto. Uomini che all’epoca dei fatti erano per lo più coetanei: la vittima aveva 34 anni, Capone 33, e, come si vedrà in alcune testimonianze, erano cresciuti insieme.
Così Camerlengo apre la prefazione del suo lavoro. E’ l’inizio del libro, la cui storia narra proprio del processo per omicidio di un giovane altavillese, ambientata nel gennaio del 1881. Il lavoro nasce da alcuni eventi occasionali dell’autore, partendo dai racconti del nonno Carmine, nato nel 1913, e informato dei fatti narrati dai familiari più vicini alla vittima.
Dai racconti orali, alle fonti storiche e d’archivio, Gianluca ricostruisce magistralmente le vicende di oltre un secolo fa, per approdare, attraverso la ricerca storica, a mettere in risalto alcuni aspetti inediti dei personaggi, fornendo spunto agli storici per ulteriori approfondimenti.
Il lavoro toccherà anche importanti temi, come la questione meridionale, dopo l’unificazione del Regno Italiano del 1860, il brigantaggio, la politica degli irredentisti, cercando di fornire in maniera completa il quadro generale della vita dei personaggi narrati.
L’Autore.
Nato ad Avellino, corrispondente di importanti quotidiani irpini e già consigliere comunale e assessore del Comune di Altavilla, dove vive, Gianluca Camerlengo appassionato di storia locale, è riuscito a consegnare al lettore una riflessione sulla classe notabile dell’epoca i cui componenti, a dispetto degli ideali di progresso e cambiamento, erano sempre più ancorati nei retaggi feudali, gelosi dei propri vantaggi che soprattutto consistevano nella contraddizione del principio che i cittadini sono uguali rispetto alla legge.