Non ho mai finto. Recensione del giornalista RAI Gianni Maritati pubblicata sul periodico Prisma al libro di poesie “Non ho mai finto” – La Vita Felice edizioni 2021- di Monia Gaita. Leonessa della poesia italiana e testimone lucida del nostro tempo, Monia Gaita ha dato alla luce la sua nuova raccolta di liriche intitolandola “Non ho mai finto”. La casa editrice è La Vita Felice, la stessa che pubblica altri poeti e poetesse di prim’ordine come Marco Onofrio, Lucianna Argentino, Cinzia Marulli, Rita Pacilio, Giuseppe Vetromile.
L’opera di Monia Gaita è suddivisa in tre sezioni: Il ciclo del sentire, Confluenze e A colloquio coi luoghi. Una più bella e intrigante dell’altra. Saltano subito agli occhi le due poesie dedicate ai terremotati dell’Irpinia, nel 1980, la sua amatissima terra. Due poesie che non a caso nel primo verso citano la tragedia delle case violate dalle potenti scosse, devastanti e impietose: “Fischiano i polmoni delle case” e “Respira ancora la cicatrice delle case”. Il luogo che dovrebbe essere sicuro e proteggerci, è diventato la tomba per centinaia di morti che ora “parlano” alla sua coscienza poetica e civile.Ma l’ispirazione complessiva, in queste come in tutte le altre liriche della raccolta, sa di strappi verbali e di illuminazioni metaforiche improvvise. Il canto muove dalle esigenze imperiose di una verità senza sconti e dalla voglia di riscatto e di rinascita. Si avvolge al richiamo struggente delle proprie radici familiari e comunitarie. Le parole diventano epifanie d’inchiostro che trasmettono la sensazione dell’imprevedibilità della vita e la complessità del reale. L’io e il noi non hanno un confine preciso: la poesia Di Monia guarda dentro, nel profondo. E oltre.