Ritorna anche oggi “SorprendrnteMente”, la nostra min-rubrica di psicologia che “propone argomenti molto interessanti e piacevoli da leggere anche con una certa simpatia”, come scrive un assiduo lettore che ringrazio in prima persona. Il pezzo che segue era stato scritto in occasione della giornata dedicata ai nonni, ma purtroppo, pe motivazioni indipendenti dalla nostra volontà, è slittata la programmazione.
Chi ha la fortuna di avere avuto i nonni, sa che sono simbolo di saggezza e sicurezza, scrigno dei racconti della storia familiare e risorsa significativa per la crescita affettiva dei bambini. Oltre ad essere un supporto concreto per la famiglia ed il lavoro dei genitori, i nonni “mediano” nel compito educativo di questi ultimi in quanto possono avere un rapporto privilegiato con i nipoti ai quali consentono qualche “trasgressione”. È fondamentale, però che i nonni mantengano chiari i ruoli ed i confini al fine di rinforzare i legami e tenere le dinamiche relazionali ad un livello funzionale. È necessario, infatti che i nonni non scavalchino il ruolo genitoriale sostituendosi alle figure parentali e, d’altro canto allo stesso modo i genitori non devono “cedere” ai nonni il proprio ruolo on comportamenti deresponsabilizzanti e/o deleganti. Ovviamente le dinamiche familiari sono molto complesse e non è sempre facile gestire le cose in completa armonia: ma ciò non toglie che sia necessario prendersi le proprie responsabilità soprattutto nel rapporto che io chiamo “adulto-adulto”. La maggior parte dei genitori, e quindi anche i nonni (in quanto in primis sono essi stessi genitori), pensa ai propri figli solo come tali, ossia solo in questo ruolo, spesso non accettando il fatto che questi siano adulti, con esperienza ed anche spesso una certa professionalità. Orbene questo è l’errore che, nella maggior parte dei casi, porta i nonni a scavalcare i propri figli non ostante essi siano i genitori del bambino ed abbiano capacità adeguate. Da qui, spesso lo scontro generazionale dove i genitori del bambino, si sentono inadeguati e giudicati dai propri genitori con i quali si sentono in dovere di lottare per poter affermare la propria crescita ed il proprio ruolo. A proposito i ruolo, non va dimenticato che anche il cambiamento di ruolo da genitore a nonno richiede un processo che vede un’evoluzione sia interna che esterna, soprattutto in merito all’elaborazione dell’immagine di Sé: al giorno d’oggi, però, questo passaggio avviene con una certa naturalezza, in quanto i nonni di oggi sono giovanili, se non proprio giovani e soprattutto hanno competenze tecnologiche e sono al passo con i tempi. Non ostante la differenza di età, si può dire che il rapporto tra nonni e nipoti si basi su uno scambio reciproco perché, oltre l’affetto, i nonni stimlano i bambini con il “sapere” ed il “saper fare” ed i piccoli, con il loro modo di fare, attivano le risorse cognitive dei nonni stimolandoli e facendoli sentire vivi e giovani
Concludo citando Cuddeback ( Cuddeback 2004; Dare et al., 2019) “Un contatto stretto con i nonni comporta benefici legati ad una maggiore stabilità, ad una connessione con i membri della famiglia e ad una conseguente continuità nelle relazioni di attaccamento”
Un abbraccio a tutti i nonni