Africa, nuove tensioni interne, anche il Gabon va verso il golpe, continuano i colpi di Stato nelle ex colonie francesi
Politica e dintorni – Gabon, a seguito di una rivolta armata il Presidente Bongo è stato tratto in arresto, inoltre i miliziani responsabili dell’azione annunciano di aver sciolto le principali istituzioni del Paese dell’Africa centrale, ma questo è solo l’ultimo golpe in ordine temporale.
Continua ormai senza sosta la serie di rivolte interne nelle ex colonie francesi, le quali a causa di provvedimenti, e soprattutto dell’FCA, il Franco coloniale africano, la valuta coloniale creata nell’immediata fine della seconda guerra mondiale dall’ex generale e Presidente Francese Charles de Gaulle presente in buona parte delle ex colonie e con cui la madre patria riesce a mantenere il controllo economico di quelle zone, spesso con metodi tutt’altro che ortodossi ed al linite delle regole democratiche e delle istituzioni interazionali, troppe volte assenti ingiustificate in questa vicenda.
Da premettere che però i vari movimenti indipendentisti non sono del tutto estranei ad influenze o complicità esterne, è noto infatti che negli ultimi anni Russia e Cina stanno minando il monopolio francese in Africa, in particolar modo nella zona del Sahel. un vasto territorio subsahariano già al centro della cronaca internazionale a causa un fronte di instabilità ha richiesto l’invio delle truppe francesi per ordine dell’ex Presidente Francois Holland, a cui ha avuto seguito l’arrivo delle truppe mercenarie della Brigata Wagner guidati dal neo defunto Prigozhin.
I due colossi asiatici sono interessati alle risorse minerarie e naturali, in particolar modo delle cosiddette terre rare, ovvero minerali fondamentali per al costruzione di batterie od altre oggetti tecnologici, difatti la Cina ha avviato da un decennio una vera e propria urbanizzazione di quelle zone attraverso la costruzione di città ed infrastrutture come ferrovie ed autostrade.
L’Africa dove continuano colpi di Stato, non deve dimenticare un vecchio detto che recita un vecchio detto “dopo un cattivo ne viene sempre uno più cattivo”, e se da un lato gli ex coloni hanno tutte le ragioni per odiare gli ex oppressori, dall’altro devono stare attenti ai loro prossimi partner commerciali.