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Lettere dal fronte di Gianluca Amatucci: una luce nel buio degli orrori delle grandi guerre del Novecento.
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“NapoletAnima” di Yuri Buono
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“Il teatro come necessità didattica educativa e sociale per le nuove generazioni”
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Nasce ATB4ART: Una nuova piattaforma dedicata all’arte in tutte le sue forme
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Alice nel paese …

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

La contaminazione tra le attività del Ministero della Pubblica Istruzione e quelle del Ministero della Difesa costituisce da tempo campo di indagine e ricerca da parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

I rapporti che intercorrono oggi tra i due comparti istituzionali predetti si sono intensificati nel tempo negli ultimi dieci anni, destando non poche preoccupazioni in tutti coloro che si professano nonviolenti e che considerano la scuola e l’università luoghi di incontro pacifico e privilegiato, per la formazione umana e professionale, immuni da ogni finalità bellicistica.

Platone nella sua opera “La Repubblica” ipotizza uno stato ideale posto sotto la guida dei filosofi, in cui non c’è spazio per Omero, autore dell’Iliade, pregevolissima ed impareggiabile opera incentrata sulla guerra tra Greci e Troiani: farvi accedere il grande aedo sarebbe stato come ammettere la indispensabilità della guerra, quale strategia di difesa e di attacco.

Il Ministero della Pubblica Istruzione include tutte quelle attività che riguardano la formazione dei minori che diverranno cittadini del domani.

Nella formazione umana e culturale non rientra pertanto l’obiettivo di educare all’annientamento del prossimo, ma si insiste anche e soprattutto sull’educazione alla diversità ed all’inclusività.

Nella nostra Costituzione all’art. 11 si legge che la guerra di aggressione e quella di difesa degli interessi nazionali sono ripudiate.

L’Italia è uscita dall’ultimo conflitto distrutta e  malconcia, e per la sua alleanza con la Germania nazista e per la sottoscrizione delle leggi raziali, la cui memoria deve servire come monito a non incorrere mai più in una vergogna ignominiosa.

I Padri della nostra Costituzione, reduci tutti dalla velenosa esperienza della guerra 1940/45, hanno redatto la carta d’identità politica del nostro Paese, definendone le caratteristiche e le finalità repubblicane. Sandro Pertini, come Piero Calamandrei e Bernardo Mattarella, padre del nostro Presidente della Repubblica, ne hanno cesellato gli articoli, forgiandoli con la loro esperienza, affinché mai più il popolo italiano potesse vivere l’abisso della violenza inferta e subita in guerra.

La presenza delle forze armate della polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Polizia Locale nelle scuole non era una novità, ma da alcuni anni tale presenza è aumentata fuori e dentro di esse.

Secondo le ricerche dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università, sono aumentate nel tempo le conferenze, tenute da uomini e donne in divisa, inerenti la sicurezza, la legalità e la promozione professionale del proprio corpo di appartenenza ed innumerevoli sono diventate le visite di studenti in caserme e basi militari, per cerimonie e/o iniziative promozionali o per attività collegate al PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) nelle scuole superiori.

“Dal 2014 in poi sono stati sottoscritti numerosi e preoccupanti protocolli tra il Ministero della P.I. e quello della Difesa, in base ai quali percorsi progettuali in tutti i campi didattico disciplinari sono stati affidati ai rappresentanti delle forze armate.”

Nel 2017 il Ministero della Difesa e del Lavoro firmavano accordi di mutua collaborazione nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro, mentre il MIUR concordava con l’Arma dei Carabinieri e la Marina Militare  convenzioni tra il 2019 e il 2023.

Probabilmente l’intensificazione dei rapporti tra FF.AA. e il Ministero della P.I. trova una spiegazione nel fatto che la scuola si prefigura come bacino privilegiato da cui attingere personale.

Le FF.AA. sono diventate così nel tempo un àmbito occupazionale molto ambìto proprio dagli adolescenti, affascinati evidentemente dall’uniforme, dalla disciplina e dallo sbocco lavorativo che esse offrono, seppur attraverso rigide e severe procedure di arruolamento.

Ignazio La Russa, attuale Presidente del Senato della Repubblica Italiana, ha ipotizzato addirittura l’istituzione di una “mini naja” collegata ai crediti scolastici, facilitante l’inserimento nel mondo lavorativo: una prospettiva inquietante che lega sempre più la scuola al mondo militare.

La scuola così sta risentendo molto del processo di aziendalizzazione, perché deve formare sempre più forza lavoro e sempre meno persone portatrici di cultura e di valori.

E cosa dire del costante aumento delle spese militari e della produzione e vendita di armi?

Dalle ricerche operate dall’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’Università emerge la posizione nettamente antimilitarista in ambito pedagogico della Germania. L’organizzazione sindacale tedesca GWE (Gewerkschaft, Erziehung und Wissenschaft) che raccoglie 280.000 iscritti del settore dell’educazione, della ricerca e del lavoro sociale e di cura, afferma.” La formazione presso i soldati  e le soldatesse significa educare ad uccidere.” La GWE segnala la falsità della retorica delle operazioni di pace che non sono altro che operazioni militari ed unitamente a Terres des hommes e altre agenzie non governative tedesche ha lanciato una campagna contro le iniziative di sensibilizzazione verso le FF.AA. dirette agli studenti tra i 16 e i 17 anni, trattandosi di attività di reclutamento che violano la Convenzione Internazionale dei diritti del fanciullo approvata a New York il 2 novembre del 1989.

“L’operato delle Forze Armate è storicamente  in contrasto con i contenuti e lo spirito della Costituzione: lungi dal porsi come mezzo di difesa del popolo italiano e della pace è stato strumento di aggressione di altri paesi e di altri popoli (dalle guerre di invasione coloniale in Africa durante l’800 e il 900, passando per le Guerre Mondiali fino alle cosiddette missioni umanitarie o di mantenimento della pace  e delle guerre volute dagli USA e dalla Nato negli ultimi trent’anni.)” E’ quanto emerge dagli studi dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’Università.

I bambini devono essere educati alla pace, al pensiero critico ed alla solidarietà, pertanto nella scuola non deve esserci spazio né per l’addestramento né per l’accettazione acritica dell’esistente.

Ci sono voluti circa settant’anni per dissolvere l’etica dell’obbedienza e l’intensificarsi dei rapporti tra il Ministero della P.I. e il Ministero della Difesa comincia a preoccupare chi invece è cresciuto nella libertà, nel rispetto delle regole democratiche, abiurando la violenza nelle sue bieche forme e mutazioni.

Ringraziamo l’Osservatorio per questo lavoro d’indagine critica e per il Vademecum fornito a tutte le componenti della scuola, per contrastare in esse  la crescente presenza militare. Partendo dalla centralità degli organi collegiali e democratici della scuola, attraverso cui devono passare l’intero lavoro didattico, le attività, le iniziative e i progetti della programmazione scolastica e della offerta formativa, è fondamentale intervenire pacificamente contro la tendenza alla militarizzazione delle scuole, per decidere se vogliamo i militari a scuola oppure no, se vogliamo favorire una pedagogia della guerra oppure della pace, se vogliamo formare all’acquiescenza nei confronti dell’esistente oppure, un reale pensiero critico e divergente.

Il documento redatto dall’’Osservatorio è corredato da modelli di mozione da presentare nei collegi dei docenti, opzioni di minoranza, diffide per genitori e studenti ai dirigenti, che potranno essere richiesti agli indirizzi sotto riportati.

Elena Opromolla

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La poesia respiro dell’anima
La poesia respiro dell’anima
Simply
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Tutù e Tatà
Tutù e Tatà

Arte

L’ Irpino Michele Robucci espone al Castello Ducale di Bisaccia.
L’ Irpino Michele Robucci espone al Castello Ducale di Bisaccia.

L’ Irpino Michele Robucci espone al Castello Ducale di Bisaccia.

Si inaugura venerdì 10 maggio il quinto appuntamento d’arte con la programmazione delle mostre artistiche al Castello Ducale di Bisaccia, che questa volta vede protagonista, con la sua personale di pittura, l’irpino Michele Robucci.
Nato a Bisaccia il 29 Aprile 1985, Robucci si cimenta nella pittura ad olio sin dalla giovane età, come autodidatta. Eredita questo amore per l’arte dal padre, il quale ha sempre coltivato questa passione a livello hobbistico. Trasferitosi in Lombardia da diversi anni, unisce i ricordi per la sua terra d’origine, l’Irpinia, alla natura dei monti lombardi, dando così vita a quadri diametralmente opposti ma ricchi di passione e di vissuto. Alle volte, si cimenta nel dipingere nuovi paesaggi, come ad esempio il mare, cercando di sperimentare nuove sensazioni ed emozioni. È alla continua ricerca di novità che possano arricchire il suo mondo artistico.
E’ inserito nell’Albo Nazionale degli Artisti del Centro Accademico Maison d’Art Padova e partecipa a varie esposizioni artistiche sia locali che nazionali ricevendo ottimi riscontri.
La struttura ospiterà le sue opere da Venerdì 10 Maggio a Domenica 2 Giugno 2024.

BISACCIA. AL CASTELLO DUCALE LA NUOVA MOSTRA DI ANTONIO BRUSCELLA.
BISACCIA. AL CASTELLO DUCALE LA NUOVA MOSTRA DI ANTONIO BRUSCELLA.
MUSEO IRPINO. IL SOSPETTO DI REBECCA RUSSO
MUSEO IRPINO. IL SOSPETTO DI REBECCA RUSSO
FINISSAGE DELLA MOSTRA DI PITTURA DI ELENA RUBINO.
FINISSAGE DELLA MOSTRA DI PITTURA DI ELENA RUBINO.

Musica

Mattway: Il Viaggio dal Rap di quartiere al mainstream Italiano
Mattway: Il Viaggio dal Rap di quartiere al mainstream Italiano

Parlaci un po’ di te, come hai iniziato a fare musica? 

Attorno i 13 anni mi sono avvicinato alla musica è più precisamente al rap, grazie ad un ragazzo della mia zona in arte Uzi Luke, ad oggi nastro nascente del rap italiano. Siamo molto legati.

Come nasce il progetto Mattway? 

Mattway nasce nel 2016, ero a casa dell’amico Diego un ex videomaker, quando a un certo punto, Nicolas Brain Flu , storpiandomi il nome, in quel tempo in arte mi facevo chiamare diversamente, mi battezzò Mattway”. 

Nella tua discografia c’è un brano che ti ha dato più soddisfazione a vederlo realizzato? 

Sicuramente “La Mala Education” in collaborazione con Achille Lauro e Uzi Luke, ad oggi disponibile sulla pagina Instagram di IntroMusic. Questa è la prima traccia che mi ha dato visibilità nel mainstream.

Cosa ti porti dietro dall’esperienza No Face? 

 La conoscenza di due persone fantastiche quale Achille Lauro in primis con cui ho collaborato in ‘’ La Mala Education” appunto, e di Boss Doms, il quale, senza  dubbio, mi ha dato l’opportunità di una crescita professionale e dunque di sentirmi più sicuro nelle sessioni in studio.

Dacci dei  nomi di tuoi colleghi emergenti di cui sentiremo parlare

“25run, Uzi lvke, Bogei, sono questi per me i più élite d’Italia e ovviamente Mattway, hihih”

Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo album?

Io e i mei produttori abbiamo fatto un lavoro pazzesco nel sound, un upground musicale senz’altro riconoscibile come il mio. È un progetto che spero rimanga street culto nel rap game italiano. L’obbiettivo è quello di tener  grande compagnia, inoltre, di dare speranza a farcela a persone che condividono il mio stesso vissuto. 

Grazie!!!

Alessandro D’Arienzo & Erika Iovino

DIAMO VOCE A UN NUOVO TELENTO. INTERVISTA ESCLUSIVA CON BOGEI.
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Eurovision 2024: si celebra l’unità attraverso la musica
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Scopri la Brillantezza di Holyroh: La nuova voce che sta incantando il mondo della Musica!
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Politica

Continua il silenzio su Gaza
Continua il silenzio su Gaza

Israele, giungono nuove immagini shock, mentre gli organi internazionali rimangono immobili continua il silenzio su Gaza

Politica e dintorni – Israele, continua il silenzio su Gaza, le ultime immagini shock dimostrano l’impotenza, unita alla mancanza della volontà di agire da parte delle istituzioni internazionali.

Aiuti umanitari destinati ai palestinesi sotto assedio nella striscia di Gaza calpestati da parte di un gruppo di giovani israeliani, sono queste le ultime immagini shockanti che giungono dal fronte di guerra, immagini che rappresentano solo l’ultimo tassello di una serie infinita di orrori perpetrati ai danni dei coloni palestinesi, il tutto sotto un sostanziale silenzio di chi dovrebbe tutelare la pace tra le nazioni, ma che in realtà hanno come obbiettivo solo l’interesse di pochi privilegiati.

Da anni ad anni Israele si accanisce nei confronti della popolazione palestinese con azioni di ogni genere per ottenere il controllo dei territori occupati dalla minoranza araba, è da ricordare che il territorio dove sorge l’attuale Stato di Israele fu assegnato agli ebrei dopo la fine della seconda guerra mondiale per dare una patria agli esuli dei campi di concentramento, (dove però) gli ebrei non furono le uniche vittima di quell’immane tragedia.

Bombardamenti sistematici anche attraverso l’utilizzo dei armi vietate dalle convenzioni internazionali, razzie compiute da civili e militari e tanti altri misfatti compiuti i danni della popolazione civile di parte palestinese, la quale ha accettato la nascita dell’unità terrorista Hamas, con tutti gli effetti collaterali che ne derivano, pur di contrastare la disparità di forze in campo.

Come già detto prima le Istituzioni internazionali che dovrebbero ed infatti il condizionale è d’obbligo tutelare il rispetto delle regole e l’umanità intera da ogni conflitto, decidono di intervenire solo quando ad agire nono sono gli amici degli amici, come nel caso della Russia, che da subito è stata oggetto di sanzioni internazionali dopo l’aggressione militare in Ucraina, nel caso di Israele invece sembra quasi che la parte offesa sia proprio Israele.

Confermati i domiciliari per Festa
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Avellino: scandali ed incertezze

Psicologia

ARTICOLO 18 MISOFONIA

Ben ritrovati con “SorprendenteMente” la nostra mini-rubrica di psicologia che anche quest’oggi tratterà un argomento, a mio avviso, molto interessante. Parleremo della misofonia che , a quanto pare, risulta sconosciuta a molti. Il termine deriva da misos” (μῖσ&omicron), che significa “odio” e “fonos” (φόνος), che vuol dire “suono” o “voce”. È un argomento attualmente molto dibattuto in quanto è accompagnato da numerosi dubbi che, allo stato, non hanno consentito la sua classificazione tra i disturbi acustici. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta. Il termine è stato coniato nel 2001 dal gruppo di lavoro di Pawel Jastreboff che lo riferiva a “pazienti che reagivano negativamente solo verso determinati suoni e non riportavano miglioramenti quando trattati come iperacusici (Jastreboff & Jastreboff, 2014)” il che pose l’accento sull’importanza della reazione avversiva che i soggetti avevano nei confronti della fonte.  La misofonia, infatti, presenta una notevole reazione emotiva che, in risposta a determinati stimoli uditivi, si accompagna a rabbia, disgusto, tristezza, ansia o altro ancora, come reazioni fisiche che comprendono sudorazione, rigidità muscolare o perfino tachicardia. In pratica, il suono funge da “trigger”, mentre la reazione emotiva, legata alla valutazione soggettiva, è condizionata dai vissuti del soggetto, nonchè da una personale attribuzione di significato legata anche a fattori come la cultura e le credenze.

I trigger più comuni sono:

  • suoni cosiddetti “orali” quali il masticare, sorseggiare o succhiare da una cannuccia, sgranocchiare cibi croccanti, digrignare i denti ecc
  • Le voci con particolari caratteristiche come quelle dal tono nasale, ovattato o sibilante, oppure i canti stonati ed i vocalizzi, soprattutto se ad uso intercalare, che comprendono   “ah!”, “eh!”, “oh!” ecc.
  • suoni nasali, come respiri profondi, fischi nasali, il russare, il respiro congestionato, starnuti e il “tirare su” con il naso.
  • suoni degli animali come  l’abbaiare dei cani e/o il latrare, il cinguettio degli uccelli, il gracchiare delle rane, il piagnucolare di cani e gatti ecc.
  • suoni emessi con i movimenti del corpo, come per esempio: lo scrocchio delle articolazioni ome per esempio quello delle dita o del collo,  il rumore emesso dalle unghie che per esempio  battono su un tavolo o il rumore dei tacchi  
  • suoni emessi dai bambini piccoli, come urla, pianti balbettii, verbalizzazioni costanti
  • suoni ambientali, come: il fruscio della carta o lo strappo della stessa; il rumore delle stoviglie che stridono nel piatto o che si scontrano, i suoni delle tastiere dei cellulari eo le suonerie ecc. i clacson, il volume elevato della tv  e/o della radio, ecce cc.

Alcune ricerche, come quella recente effettuata dall’Università di Newcastle, hanno constatato che coloro che soffrono di misofonia presentano dei cambiamenti nella struttura del lobo frontale e nella stessa attività cerebrale ove i meccanismi di controllo emozionale forniscono terreno fertile per sovraccarichi dell’attività al momento dell’esposizione al trigger comportando una risposta psicologica amplificata con tanto di sintomatologia fisica. Il livello di vigilanza psicologica verso i suoni “scatenanti” è iperaccentuata e comporta una diminuzione di tolleranza parallela all’attivazione di processi iperacustici e iperattivazione neurovegetativa

Va da sé che la cosa si rifletta in modo negativo sulle aree relazionali: in ogni caso, se qualcuno vi chiede di abbassare il volume, accontentatelo.

L’ESIGENZA ESPRESSIVA DI UN’ARTISTA AVELLINESE
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IL MURO
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IL VALORE DEI NONNI
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TERZO SETTORE

La figura del volontariato negli Enti del terzo settore
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<strong>Rendicontazione del 5 per mille negli ETS</strong>
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Le raccolte fondi negli Enti del Terzo Settore
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La rendicontazione negli Enti del Terzo Settore – parte 2
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